

Fast and Furious 5

Da quando Brian O'Conner e Mia Toretto hanno fatto evadere Dom, hanno attraversato molti confini per sottrarsi alle autorità. Ora, messi all'angolo a Rio de Janeiro, dovranno organizzare un ultimo colpo per ottenere la libertà. Mentre assemblano la loro squadra, gli improbabili alleati capiscono che l'unico modo di salvarsi la vita per davvero è confrontare il corrotto uomo d'affari che li vuole morti. Ma non è l'unico alle loro costole. Il cocciuto agente federale Luke Hobbs non sbaglia mai la mira. Quando viene incaricato di rintracciare Dom e Brian, lancia la sua squadra all'assalto. Ma mentre i suoi uomini si fanno strada attraverso il Brasile, Hobbs capisce che non è così semplice separare i buoni dai cattivi. Ora dovrà contare sul suo istinto per catturare le prede… prima che qualcun altro le faccia fuori.

Visto il successo lusinghiero del quarto capitolo delle avventure del ladro di costose automobili Dominic Toretto (Vin Diesel) – 155 milioni di dollari incassati in America, 350 in tutto il mondo – era inevitabile un nuovo capitolo della saga di “The Fast and the Furious”. Richiamato alla regia Justin Lin,
al timone di terzo e quarto capitolo, cineasta che ovviamente tende ad
accentuare la componente spettacolare e l'azione pirotecnica.
Rispetto ai capitoli precedenti però ci sono delle novità: prima di tutto un uso più esplicito e visivamente organizzato della violenza, inserito nel franchise grazie al nuovo personaggio di Hobbs (Dwayne Johnson). In secondo luogo anche le citazioni cinematografiche in questo “Fast & Furious 5” risultano maggiormente organizzate: da “Ocean's Eleven” a “Heat – La sfida”, lo sceneggiatore Chris Morgan ha pescato con gusto ed una certa intelligenza dal miglior cinema
action del passato per inserire scene e situazioni dentro uno script
ovviamente tirato a lucido per lasciare più spazio possibile allo
spettacolo. La formula appare abbastanza collaudata, e per
almeno tre quarti di film ci si diverte a seguire le gesta acrobatiche e
le psicologie spicciole dei vari personaggi in scena. Certo,
non aspettatevi un cinema per palati fini, oppure interpretazioni di
spessore introspettivo. Dai protagonisti Vin Diesel e Paul Walker ai comprimari Dwayne Johnson, Jordana Brewster ed Elsa Pataky,
è onestamente difficile trovare una prova d'attore che possa dirsi
almeno convincente, anche perché comunque tutti i ruoli sono ormai
impostati per essere “tipi fissi” e non certo evoluzioni emotive o
psicologiche degne di nota.
Ma torniamo allo spettacolo, che poi è la cosa che più conta in questo tipo di produzione: Justin
Lin mette in scena un lungometraggio che indiscutibilmente possiede un
ritmo scatenato e delle scene visivamente degne di nota. La
credibilità, che come ovvio va sospesa quando si tratta di blockbuster
hollywoodiani – regge sufficientemente fino all'epica sequenza finale,
in cui davvero vengono proposte situazioni oltre il limite per non far
scattare nello spettatore un minimo più smaliziato il sorriso incredulo. “Fast & Furious 5”
decisamente non poggia mai il piede sul pedale del freno, e propone un
susseguirsi di azione che cresce sena dopo scena, fino ad un'apoteosi
conclusiva esorbitante. Ci si diverte, è innegabile, anche
perché l'ambientazione esotica di Rio de Janeiro consente soluzioni
visivamente piuttosto originali.
Più del sollazzo da pop-corn movie, però, proprio non si riesce ad
andare, e questo è comunque un limite anche quando le intenzioni della
produzione sono esplicitamente quelle di lavorare in totale
superficie.