“Ho sempre un grande affetto per i comici nuovi – afferma il conduttore - perché anche io ho vissuto quello che vivono loro e ci tengo molto. So ad esempio quanto è importante per un comico avere una spalla e quindi mi dedico il più possibile a questa funzione”.

Un momento dello show Metropolis, la città del divertimento - Foto Comedy Central
C'è una qualche dritta che dai ai comici di Metropolis prima che entrino in scena?
Non troppe, perché quando arrivano al programma sono già abbastanza esperti. Gli unici consigli possono essere legati ai tempi comici che non devono essere troppo lunghi e al ritmo che deve essere impeccabile.
Allora mettiamola così: da veterano del tuo mestiere, c'è un po' di ironica cattiveria con cui tenti di spronare i tuoi nuovi colleghi?
Ecco quello accade, magari mi diverto a mettere in crisi quelli che sono più sicuri di sé. Succede durante le registrazioni dove li sorprendo improvvisando. Alcuni stanno subito al gioco, altri meno.
Sempre a proposito del discorso “Flessione nel mondo della stand-up comedy”: quanto ora più che mai un comico sente il bisogno di rinnovarsi e di stare al passo con i tempi, se non addirittura di anticiparli?
E' forse la cosa fondamentale di questo mestiere: studiare e continuare a cercare. Perché ci sono almeno mille altri comici pronti là fuori e cinquecento di questi sono bravissimi. Ecco perchè bisogna sempre cercare di puntare alla creatività.
Sono curioso: è ormai più di dieci anni che tu sei un comico affermato. Cosa c'è scritto dunque sul tuo biglietto da visita? Come ci si convince che questo è il proprio mestiere?
Il biglietto da visita? Meglio la mia carta di identità in cui c'è scritto – alla voce mestiere - “cercatore d'oro”. Non sto scherzando. Comico non l'ho mai scritto, non mi sentivo molto a mio agio con quella definizione. Preferisco dimostrarlo. Ecco perché ho preferito mettere questa professione surreale che mi diverte di più. Ti giuro che non scherzo.
Be' se non scherzi mi sarebbe piaciuto vedere la faccia dell'impiegato al Comune che ha dovuto rinnovarti il documento...
C'era una ragazza allo sportello e quando ho ritirato la carta mi detto: “ma sai che ho inserito questo mestiere in archivio?”. Ma dai?

Melita Toniolo e Omar Fantini a Metropolis - Foto Comedy Central
In passato hai lavorato insieme a Melissa Satta, Jennipher Rodriguez e adesso eccoti al fianco di Melita Toniolo. Quanto la bellezza di una donna può affilare le doti di un comico? Quanto può essere oggetto di comicità?
Ho sempre avuto partner brave, del resto in questo mestiere se non sai fare il tuo lavoro vai poco lontano. La bellezza è costantemente oggetto di battute. A volte diventa un meccanismo perfetto, quando una donna è bella e autoironica, perché mi permette di scherzare su tutto: tanto lei è sempre sicura di sé.
Secondo la tua esperienza, superati i quaranta quanto si diventa ulteriormente autoironici? Oppure sei già come il personaggio de La grande bellezza che non può più permettersi di fare cose che non sopporta?
(ride) Un po' quello sì, questa seconda parte c'è. Ci si stanca comunque di alcuni meccanismi e si cerca di evitarli rispetto all'entusiasmo dell'inizio in cui sei pronto ad accettare tutto. Ecco direi che ci si ingrugnisce un po' di più e si ha più bisogno di creatività.
Può capitarti invece di rimanere attaccato al tuo lavoro precedente? Ad esempio quanto ti mancano i personaggi che imiti quando li lasci andare?
In maniera enorme. Per me è un abbandono, c'è quasi un lutto da elaborare. Per me è così, anche perché si tratta di un rapporto molto spontaneo e veloce: l'imitazione prende vita in maniera naturale, senza particolari studi o ricerche. È una cosa che mi piace e mi diverte.
In passato hai citato tra le tue passioni il Drive-In, la comicità di Antonio Albanese e quella di Paolo Rossi. Quanto un comico italiano può invece essere influenzato dal lavoro di colleghi internazionali?
Tantissimo. Ho “rubato” più all'estero che in Italia: Jim Carrey, Adam Sandler e Ben Stiller sono quelli che mi piacciono di più in assoluto. Al momento il mio preferito è l'australiano Tim Minchin.
Tra i tuoi eroi hai nominato tre attori cinematografici la cui comicità è soprattutto legata al corpo...
Anche io uso tanto il mio corpo nei monologhi: quelli di Colorado erano molto fisici.
Perché secondo te comici come Sandler, Will Ferrell o altra gente di questo Frat Pack non ha mai sfondato in Italia?
C'è sicuramente un elemento di differenza culturale. Ben Stiller è stato forse l'unico a esplodere anche da noi: forse perché è quello che più di tutti ha unito la comicità al romanticismo. In Italia abbiamo quell'unico genere: la commedia neo-realista. Più o meno comica o drammatica ma è sempre quella.

Omar Fantini a Metropolis - Foto Comedy Central
Dato che sul nostro sito parliamo in primis di cinema, confessati un po' con me: qual è il film che ti ha cambiato la vita?
L'attimo fuggente perché mi ha ispirato a fare quello che volevo fare, piuttosto che seguire le regole. E poi, diciamo la verità, non ero proprio uno studente modello: a scuola mi hanno segato due volte!
Parlami anche dell'ultimo film che ti ha fatto piangere...
Ho un debole per i film che esplorano il rapporto padre-figlio-famiglia: avevo pianto per Big Fish, recentemente mi sono ritrovato in lacrime per La mia vita è uno zoo di Cameron Crowe (qui la recensione).
Infine la nostra domanda tradizionale: qual era il poster che avevi in camera da ragazzino?
Il guaio è che sono sincero! Intorno ai venti anni ne avevo uno di Pamela Anderson in quel film in cui era vestita da dark lady, Barb Wire.
L'ultimo appuntamento televisivo con la seconda stagione di Metropolis andrà in onda oggi, 5 marzo, alle ore 21:00 su Comedy Central (canale 122 di SKY). Domenica 9 marzo, invece, Supermetropolis sarà trasmesso sullo stesso canale a partire dalle 18:00.
Per saperne di più
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