Nel film, il suo personaggio vive una profonda crisi. E’ questo uno dei motivi che l’ha spinta a scegliere questo ruolo?
Le esperienze che vengono descritte mi hanno affascinato a tal punto che non ho esitato ad accettare questo ruolo. Come attrice ho la convinzione che più il carattere di un personaggio è forte e complesso, più è divertente poterlo interpretare. E detto cosi può suonare strano, ma mettersi alla prova e riuscire per esempio a rendere intensi e chiari i sentimenti di Liz, soprattutto in alcuni momenti forti come quando prega Dio, ha provocato in me una forte curiosità, un grande interesse .

Un altro momento forte della pellicola è quando Liz decide di aiutare concretamente una donna separata e quindi emarginata di Bali. Sente l’esigenza di fare beneficenza?
Mi considero una persona fortunata e sono profondamente grata per tutte le possibilità che mi sono state offerte fino ad oggi. Ho avuto l’onore di conoscere Paul Newman di persona, un uomo generoso e molto attivo in questo campo. Anch’io come lui cerco di fare del mio meglio, tuttavia sono convinta che oltre la beneficenza c’è bisogno di vivere e di riscoprire il concetto di comunità aiutando prima di tutto le persone più vicine a noi.
Secondo lei, sono efficaci questi viaggi alla ricerca di se stessi?
Personalmente ho viaggiato tanto e sono stata in tanti luoghi diversi. Credo fermamente che viaggiare ti metta davanti al tuo vero io. Vivere in luoghi sconosciuti, perdersi per le vie delle città, avere difficoltà con una lingua, ti porta inevitabilmente a capire chi sei e conoscere i tuoi limiti.

Viaggiare però non risolve i problemi...
Certo che no! Il viaggio non è la risposta ai propri problemi, ma la Gilbert viaggiava già per lavoro – essendo una scrittrice – per cui si sentiva già a suo agio spostandosi continuamente da un posto all’altro. Probabilmente per chi non è mai uscito di casa, non è la soluzione migliore prendere partire senza una meta! Si può trovare se stessi anche seduti su una poltrona dentro la propria abitazione.
Nel film si tocca il tema del viaggio come ricerca della felicità. A Julia Roberts, cosa basta per essere felice?
Sicuramente stare con la mia famiglia. Certo, viaggiare è una grande opportunità e mi ha dato modo di crescere e migliorarmi e di vivere a contatto con culture diverse, ma al momento mi sento veramente felice se posso godermi una serata tranquilla a casa, con i miei figli e mio marito.

Infine, una domanda un po’ provocatoria: lei sa che lo spaccato di vita romana che avete raccontato nel film non è proprio identico alla realtà?
Beh, “Mangia prega ama” di certo non è un documentario!
“Mangia prega ama” è distribuito nelle sale dalla Sony Pictures
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