
X-Men Saga, tutti i film classificati dal peggiore al migliore

X-Men: Le origini - Wolverine (2009)
La saga cinematografica degli X-Men, i mutanti della Marvel creati da Stan Lee e Jack Kirby, compie quest'anno diciotto anni. Un tempo lungo in cui sono stati realizzati sei capitoli della saga principale più diversi spin-off dedicati a Wolverine e Deadpool. La saga, iniziata da Bryan Singer nel 2000 con il primo X-Men, ha il merito di aver aperto la strada alla nuova era dei supereroi sul grande schermo. Ma non è priva di grossi difetti, tra film riusciti poco alternati ad altri, invece, dal buono all'ottimo. Abbiamo deciso di metterli tutti in classifica dal peggiore al migliore. Scoprite se siete d'accordo con noi!
Il peggiore è senz'altro X-Men: Le origini - Wolverine, frustrante per come riesce a sprecare un grande personaggio come Logan infilandolo in una versione confusa e noiosetta delle sue origini, costellata di brutti effetti speciali e dialoghi dozzinali. E dire che Hugh Jackman da sempre lo interpreta con l'attitudine di chi ci crede sul serio.
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Wolverine - L'immortale (2013)
Subito sopra il primo Wolverine c'è il suo sequel, che, in quanto a sprecare grandi concetti, non le manda a dire a nessuno. In particolare, viene da chiedersi in quale punto della filiera produttiva l'idea "Wolverine contro i ninja" abbia perso tutta la sua coolness. Unico dato positivo? Il primo incontro tra Wolverine e il futuro regista di Logan, James Mangold.

X-Men: Conflitto finale (2006)
Quando ti lasci sfuggire Bryan Singer e lo sostituisci con Brett Ratner, sei già messo male. Ma se in più scegli di sprecare una delle più belle saghe mutanti di sempre - quella di Fenice Nera - e chiudere la trilogia uccidendo a destra e a manca personaggi chiave senza la minima enfasi, ti sei proprio scavato la fossa da solo. X-Men: Conflitto finale è meno peggio di quello che ricordiamo, ma con tanti film a disposizione nella saga, "meno peggio" non basta a dargli la precedenza.

X-Men: Apocalisse (2016)
Abbiamo appena detto che la perdita di Bryan Singer portò a una chiusura deludente della prima trilogia degli X-Men. Ma Singer stesso ha eguagliato Brett Ratner dirigendo X-Men: Apocalisse con la mano sinistra. La sua poca voglia traspare da ogni singolo fotogramma di questo stanco blockbuster dalla trama scontata, "coperta" da tonnellate di effetti speciali non proprio di prim'ordine. Peccato, perché l'intenzione di introdurre una nuova generazione di X-Men (le versioni giovani di quelli dei primi film) era buona e giusta.

X-Men - L'inizio (2011)
Il prequel del primo X-Men diretto da Matthew Vaughn ha avuto l'indubbio merito di rilanciare la saga e introdurre volti nuovi - tra cui Michael Fassbender e Jennifer Lawrence - infondendo un po' di meritato star-power a una serie calante. L'ambientazione anni '60 e l'atmosfera da Bond-movie è divertente, anche se è palese come X-Men - L'inizio sia stato realizzato in fretta e furia. Un po' di post-produzione aggiuntiva tra montaggio, riprese extra ed effetti speciali, avrebbe certamente giovato.
X-Men (2000)
Il primo capitolo della saga è decisamente invecchiato rispetto agli attuali standard dei film di supereroi. Ha una trama molto semplice, pochi personaggi chiave, si concentra anche troppo su Wolverine (sminuendo lo storico leader del gruppo, Ciclope) e gli effetti speciali non sono sempre all'altezza. Ma tutto sommato ha una lettura intelligente dei fumetti originali, con il dualismo Xavier/Magneto ispirato a quello tra Martin Luther King e Malcolm X. E, proprio perché un "esperimento", gli si perdona la timidezza con cui approccia la materia.

X-Men 2 (2003)
Al secondo tentativo, Bryan Singer fece centro con un sequel molto più complesso e consapevole delle proprie risorse. X-Men 2 si apre con una sequenza memorabile, quella dell'attacco di Nightcrawler alla Casa Bianca, e prosegue con una delle rare prove di forza di Wolverine durante l'assedio alla Scuola di Xavier. La natura on the road e un terzo atto che comincia a fare luce sulle origini di Logan danno al tutto un bel ritmo che funziona ancora oggi.

Deadpool (2016)
Deadpool ha un doppio valore. Ha corretto un torto fatto da X-Men: Le origini - Wolverine, concedendo a Ryan Reynolds una seconda occasione per interpretare come si deve il mercenario Wade Wilson. E ha dimostrato cosa si possa ottenere nel genere supereroistico quando uno Studio permette che lo si declini in versione più adulta, aggiungendo violenza, sesso, umorismo e scorrettezze varie. Il risultato è il film in assoluto più divertente della X-Saga, capace di conquistare anche chi del resto dei film non ne ha visto mezzo.

X-Men - Giorni di un futuro passato (2014)
Rivisto oggi, X-Men 2 pare la prova generale di X-Men - Giorni di un futuro passato. Quest'ultimo è certamente il traguardo più alto raggiunto da Singer nella saga da lui creata, un'avventura che fonde paranoia, distopia e viaggi nel tempo per parlare delle pericolose derive del razzismo e della discriminazione (come nell'omonimo ciclo di storie a cui si ispira). E poi c'è Magneto/Fassbender che solleva un intero stadio, oltre a una scena finale che rende giustizia a chi si è sentito tradito dalla prima trilogia. Imperdibile.

Logan - The Wolverine (2017)
Abbiamo aperto la classifica con un film di Wolverine e la chiudiamo allo stesso modo. Sembra incredibile che dalla saga spin-off dedicata al mutante artigliato di Hugh Jackman, per due terzi davvero dimenticabile, provenga quello che è in assoluto il migliore film degli X-Men sulla piazza. Un western crepuscolare dolente e cupo, che trova però la speranza nella stoica volontà del suo protagonista. Ma soprattutto un film che, dopo il successo di Deadpool, concede ampio spazio a una violenza adulta e brutale, che ci regala così un Wolverine mai tanto aderente alla sua controparte a fumetti. La candidatura all'Oscar alla sceneggiatura dimostra lo sforzo compiuto da James Mangold e Hugh Jackman per chiudere col botto la saga di Wolverine, a cui l'attore ha detto addio proprio con questo film.