
Trent'anni di Rocky IV: i protagonisti ieri e oggi

Rocky IV trent'anni dopo: che fine hanno fatto i protagonisti?
Usciva negli USA il 27 novembre 1985, Rocky IV, il capitolo più seguito della saga interpretata da Sylvester Stallone. Quello che segue dramma e politica e nel quale il protagonista prova a risolvere la crisi tra USA e Unione Sovietica a suon di pugni sul ring.
Sono tanti i momenti (s)cult del film: i montaggi in parallelo tra l'eroe che si allena al freddo e al gelo e la sua nemesi circondata da alta tecnologia e doping, il numero musicale di James Brown, la morte dell'amico Apollo al secondo round, la folla russa che improvvisamente fa il tifo per Rocky e Gorbaciov costretto ad alzarsi e applaudire il campione americano!
Li percorriamo adesso, cercando di capire il perché il film è così amato e ritrovando i protagonisti trent'anni dopo. Che fine hanno fatto?

Il grande successo di Sly Stallone: 300 milioni per Rocky IV
Rocky IV è diretto ancora da Sylvester Stallone che prende in mano le redini della saga per la terza volta dietro la macchina da presa. Il film è il capitolo della saga campione al box office dove ha incassato circa 300 milioni di dollari in tutto il mondo. Per oltre vent'anni è stato in cima alla lista dei film sportivi che hanno incassato di più nella storia del cinema. Nel 2009 è stato battuto da The Blind Side, film sul football americano che ha incassato 309 milioni in tutto il mondo ed è valso l'Oscar a Sandra Bullock.

La Guerra Fredda risolta in Rocky IV
1985 ovvero una nuova fase della Guerra Fredda, qualla in cui Gorbaciov è in piena ascesa come leader russo. Stallone coglie la palla al balzo per raccontare una storia il cui motto iniziale è "O noi o loro" - come dice Apollo Creed. Alla fine Rocky mette al tappeto l'arroganza sovietica e si concede di insegnare loro una lezione: "Se io posso cambiare, voi potete cambiare, tutto il mondo può cambiare".
Rocky incarna il prototipo di eroe americano, determinato e idealista. Lo vediamo scontrarsi con lo stereotipo del russo potente, minaccioso e arrogante. La Guerra Fredda entra prepotentemente nel cinema sportivo.

Sly Stallone Rocky per la settima volta
Sylvester Stallone aveva 39 anni quando Rocky IV è uscito nei cinema. Oggi ne ha 69 e non smette di dedicarsi al cinema action. Recentemente ha ripreso il ruolo di Balboa per la settima volta nello spinoff Creed, nei cinema all'inizio del 2016.
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La "transiberiana" Ivan Drago
Dolph Lundgren ha ottenuto il ruolo di Ivan Drago dopo che la produzione ha esaminato oltre ottomila attori. Inizialmente era stato respinto al casting perché considerato troppo alto. La svolta è arrivata quando ha incontrato in persona Sylvester Stallone che comunque gli ha ordinato di mettere su circa dieci chili di massa muscolare.
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Dolph Lundgren, ieri e oggi
Lundgren oggi cinquantasettenne. E' rimasto in ottimi rapporti con Sly Stallone e insieme a lui ha interpretato la serie de I mercenari.
E' stato l'attore a suggerire a Stallone di rendere Ivan Drago diverso rispetto agli avversari di Rocky nei capitoli precedenti: doveva essere "una presenza minacciosa" e non doveva muoversi quanto Apollo Creed o Clubber Lang. Stallone ha sviluppato questi suggerimenti rendendo il personaggio praticamente muto. Sono poche le battute di Drago in scena, pochissime. E tutte memorabili...

La battuta cult: "Ti spiezzo in due"
Nella versione originale sentiamo Lundgren pronunciare: "I must break you". Nella versione italiana la sua battuta "ti spiezzo in due" è diventata un tormentone nazionale per anni e anni.

Brigitte Nielsen, all'epoca grande amore di Stallone
Brigitte Nielsen nei panni di Ludmilla Drago, moglie di Ivan. Un personaggio molto cattivo nel film. All'epoca la Nielsen era fidanzata con Stallone: i due si sono sposati alla fine del 1985 e hanno divorziato nel 1987. L'attrice oggi ha cinquantadue anni e spesso appare in programmi televisivi italiani.

Burt Young, il migliore amico di Rocky
Burt Young è Paulie Pennino, cognato di Rocky e suo migliore amico. Il personaggio più complicato della serie è allo stesso tempo il più duro e il più tenero. Un ubriacone manesco che cela un'identità di uomo solo e fragile. Young ha interpretato il ruolo nei sei film ufficiali della saga. Ma non ci sarà in Creed, dove il suo personaggio è stato fatto uscire di scena. Lo ritroveremo al cimitero al fianco della moglie di Rocky.

Talia Shire è Adriana
Talia Shire nei panni di Adriana, musa di Rocky e suo grande amore. La Shire, oggi 69 anni, è la sorella di Francis Ford Coppola. Oggi continua a recitare occasionalmente. L'altro grande ruolo che ha interpretato nella sua carriera è quello di Connie Corleone nella saga de Il padrino.

Carl Weathers è Apollo Creed
Il grande Carl Weathers nei panni di Apollo Creed, rivale e amico fraterno del protagonista. Sul set di Rocky IV non c'era una buona atmosfera tra Weathers e Lundgren: quest'ultimo, forse un po' troppo attore di metodo, trattava il collega in maniera aggressiva, perfino nella scena del combattimento sul ring, dove Weathers è stato più volte messo veramente al tappeto. Pare che l'attore abbia considerato di lasciare il film a causa di questi incidenti.

La scena madre: la morte di Apollo
Rocky con l'amico morto tra le sue braccia. Una volta Stallone è apparso in un varietà televisivo americano dove gli è stato chiesto di dare un voto a tutti gli episodi della saga di Rocky. Sebbene il suo preferito rimanga il primo, Sly ha assegnato a Rocky IV un ottimo 7 e mezzo.

Il Rocky più corto della saga
Con i suoi 94 minuti di durata, Rocky IV è il più breve capitolo della saga di Rocky. Stallone inizialmente aveva montato una versione contenente un'ora di scene in più. Una di queste si trova nel trailer originale del film con il pugile che viene avvertito da una commissione sportiva: se andrà a combattere in Russia dovrà rinunciare al suo titolo di campione.

I pugni veri di Rocky IV
Sylvester Stallone aveva chiesto a Dolph Lundgren di colpirlo davvero sul set di Rocki IV. Questo per aumentare l'intensità visiva della scena finale.
L'attore svedese però ha colpito Sly così forte che quello è finito in ospedale per otto giorni per difficoltà respiratorie. Il pugno ricevuto al petto era stato così pesante che il cuore di Sly aveva sbattuto contro la gabbia toracica.