
Otto film fallimentari che hanno mandato in bancarotta gli studios

La bussola d'oro (2007)
Ci sono flop che mandano a monte la carriera di un regista o di una star, e flop che mandano gambe all'aria un intero Studio. Come nel caso de La bussola d'oro che, costato 200 milioni, mise in serie difficoltà New Line Cinema, causando il licenziamento del 90% degli impiegati quando incassò appena 70 milioni. New Line esiste ancora, ma solamente perché è stata assorbita da Warner Bros.
Ma non si tratta dell'unico caso, né del peggiore, in cui un film ha distrutto la credibilità e le finanze della compagnia produttrice. Eccone altri...
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Show Dogs - Entriamo in scena (2018)
Il flop di Show Dogs e di alcuni altri film, tra cui soprattutto Hotel Artemis di Jodie Foster, è responsabile del tracollo di Global Road Entertainment, compagnia americana con un occhio di riguardo verso il mercato cinese. La società ha dichiarato bancarotta a settembre e si dice che il debito verso altre compagnie come Viacom, Disney e NBCUniversal si aggiri tra i 100 e i 500 milioni di dollari.

The Rocker - Il batterista nudo (2008)
The Rocker vede la star di The Office Rainn Wilson nei panni di un batterista che, dopo essere stato cacciato da giovane da una band poi di successo, si prende la rivincita suonando in un gruppo di teenager (tra cui c'è anche Emma Stone) che diventa un fenomeno. Il film fu tutt'altro che un fenomeno: incassò appena 2,6 milioni nel weekend di debutto, e sparì velocemente dalle sale. Fox Atomic, divisione della Fox nata poco prima per produrre commedie fresche e horror, chiuse subito dopo.

Final Fantasy (2001)
Nato come costola della celebre serie di videogame creata da Hironobu Sakaguchi (anche regista del film), Final Fantasy è un progetto ambizioso che tentò, per la prima volta, di rappresentare in maniera realistica gli esseri umani in CGI. Sfortunatamente andò male: 137 milioni di dollari spesi per un ritorno di appena 32. Square Pictures, divisione cinematografica della compagnia videoludica Square, creata appositamente per il film, chiuse subito i battenti.
Titan A.E. (2000)
Questo bel film d'animazione fantascientifica diretto dai veterani Don Bluth e Gary Goldman fu purtroppo un flop all'epoca della sua uscita. Nel giugno 2000, Titan A.E. incassò 9 milioni nel weekend di apertura. Ne era costati 85. La compagnia Fox Animation Studios chiuse subito dopo i battenti. Ma il flop era annunciato: pochi mesi prima, nel dicembre 1999, Fox aveva spinto Bluth, dirigente di Fox Animation Studios, a licenziare l'80% dei suoi animatori. L'uscita di Toy Story 2 aveva dimostrato chiaramente che l'animazione tradizionale stava per cedere del tutto il passo a quella computerizzata.
Corsari (1995)
Corsari, avventura piratesca diretta da Renny Harlin e interpretata da Matthew Modine e Geena Davis, mandò in bancarotta Carolco Pictures, storica compagnia che aveva segnato il precedente decennio in ambito action, producendo classici come Rambo e Terminator 2. Il film costò 98 milioni e ne incassò appena 10 in patria.

Un sogno lungo un giorno (1981)
Dopo aver realizzato enormi successi come la saga de Il padrino e Apocalypse Now, Francis Ford Coppola si dedicò a un progetto molto personale. Un sogno lungo un giorno è una storia d'amore ambientata sullo sfondo di una Las Vegas volutamente artificiosa. Un film sperimentale e costoso: 27 milioni di dollari di budget. Al botteghino ne incassò 637 mila. Nel 1992, Coppola dichiarò bancarotta per proteggere le sue compagnie, Zoetrope Productions e Zoetrope Corporation, la sua famiglia e se stesso: aveva debiti per decine di milioni di dollari.

I cancelli del cielo (1980)
Il più celebre e clamoroso flop della storia del cinema. Costato 40 milioni di dollari (contro i 7,5 del budget originario), questo ambizioso e folle progetto di Michael Cimino ne raccattò 3,4 al botteghino. Un insuccesso tale da mandare in fallimento la United Artists ma non solo. Il flop de I cancelli del cielo scosse dalle fondamenta il sistema Hollywood, ponendo fine di fatto all'era della New Hollywood e dell'imperversare degli autori liberi dal controllo degli Studios. Se gli anni '80 sono stati il decennio dei blockbuster commerciali lo si deve anche a questo flop.