
Oltre La notte del giudizio, i 20 peggiori futuri del cinema

La notte del giudizio e i futuri distopici
Secondo il dizionario Treccani, questa è la definizione di "distopia":
"Previsione, descrizione o rappresentazione di uno stato di cose futuro, con cui, contrariamente all’utopia e per lo più in aperta polemica con tendenze avvertite nel presente, si prefigurano situazioni, sviluppi, assetti politico-sociali e tecnologici altamente negativi."
Il contrario dell'utopia, un futuro in cui le cose, anziché sistemarsi grazie al progresso tecnologico e civile, sono andate per il verso sbagliato. Un tempo che, per molti, stiamo vivendo proprio ora, con l'ascesa delle destre populiste e xenofobe e un inasprimento delle condizioni economiche e dei rapporti tra paesi. Uno scenario che La prima notte del giudizio, il nuovo film della saga creata da James DeMonaco, sfrutta pienamente.
Ma la saga di The Purge - La notte del giudizio è solo uno dei tanti prodotti del cinema a rappresentare un futuro terribile (in questo caso, un'America in cui una notte all'anno è riservata ai più atroci crimini, come sfogo dei bassi istinti umani).
Vediamo insieme tutti gli altri futuri peggiori del cinema...
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Il pianeta delle scimmie (1968)
Il colpo di scena più famoso della storia del cinema ci rivela in extremis come Il pianeta delle scimmie sia in realtà la Terra del lontano futuro. La guerra atomica ha trasformato tutto in un arido deserto, gli esseri umani in selvaggi senza cervello e le scimmie nella nuova specie dominante. Un mondo alla rovescia, una metafora usata per denunciare le derive bellicose della specie umana con terrificante precisione.

L'uomo che fuggì dal futuro (1971)
L'esordio al lungometraggio di George Lucas è quanto di più distante possibile da Star Wars. Un futuro in cui le emozioni sono bandite, la popolazione è drogata, oppressa e controllata e i nomi sono stati sostituiti da sigle. Un uomo (Robert Duvall) decide di scappare per amore, ma ha davvero qualche chance di farcela? Un film rigoroso che fa stare malissimo ancora oggi.

2022: i sopravvissuti (1973)
Ancora Charlton Heston (dopo Il pianeta delle scimmie) in un futuro piuttosto orribile. In 2022: i sopravvissuti la sovrappopolazione ha portato a una tale scarsezza di risorse e cibo da costringere lo stato a creare un alimento a basso costo (il Soylent Verde) realizzato con i corpi delle persone morte. E poi c'è chi si lamenta del fatto che, prima o poi, dovremo mangiare gli insetti!

La fuga di Logan (1976)
Una vita idilliaca, al sicuro dal "brutto e cattivo" mondo esterno. C'è però un problema: questa vita deve finire a 30 anni. Quando il protagonista de La fuga di Logan (Michael York) lo scopre, farà di tutto per sfuggire al suo destino. Un esempio perfetto del genere distopico anni '70 e uno dei suoi più celebri episodi. Un film che rivela come dietro ogni utopia ci sia più di un trucco disgustoso.

La saga di Mad Max
Il primo Interceptor, alias Mad Max, racconta solo di un vicino futuro in cui la criminalità ha preso il sopravvento. E' certamente una distopia, ma c'è l'idea che potrebbe essere limitata alle terre senza legge australiane raccontate nel film. Ma dal secondo capitolo, Il guerriero della strada, il mondo in cui si muove Max Rockatansky diventa un vero inferno post-atomico, che ha influenza pesantemente il cinema (e il fumetto, come Ken il guerriero) e che George Miller ha resuscitato con successo di recente in Mad Max: Fury Road. L'immagine di un pianeta di deserti sconfinati dalle risorse nulle si applica perfettamente alla nuova paura di massa che ha sostituito l'olocausto nucleare: quella del cambiamento climatico ormai inarrestabile.

1997: fuga da New York (1981)
Nel 1997, New York è diventata un carcere a cielo aperto e un uomo, Jena Plissken (Kurt Russell) viene incaricato di salvare la vita al Presidente USA precipitato lì per errore. John Carpenter dirige uno dei più grandi action di sempre e lo infarcisce di una metafora tanto semplice quanto efficace: le nostre metropoli, luoghi che dovrebbero darci l'assoluta libertà, spesso si trasformano in prigioni di cemento dominate da gerarchie spietate, da cui è impossibile salvarsi.

Blade Runner (1982)
Una cappa di angosciante inquinamento e marciume ricopre una metropoli cupa, bagnata da una pioggia incessante e sovrappopolata. E' l'immaginario del noir portato alle estreme conseguenze ed è uno degli elementi che rendono indimenticabile Blade Runner. Mega-schermi digitali (all'epoca non esistevano ancora nelle città) e voci continue bombardano il passante di pubblicità e annunci sulle fantomatiche colonie extra-mondo (una via di fuga per i disperati). E anche allo spettatore prende la foga di scappare il più lontano possibile da quell'incubo claustrofobico.
La saga di Terminator
James Cameron ha anticipato Matrix nel raccontare il feroce conflitto tra umani e macchine. Nei film della saga di Terminator ci sono sprazzi di questo futuro cupo, claustrofobico, dove soldati umani vanno a morire per combattere gli inarrestabili Terminator. In Terminator Salvation il futuro, fino a quel punto solamente accennato, diventa l'ambientazione principale. Ma delude un po'. Siamo certi di una cosa, però: speriamo davvero che Skynet non arrivi mai.

Brazil (1985)
Terry Gilliam dipinge l'affresco di un futuro burocratizzato e opprimente come pochi nel suo capolavoro indiscusso. Il mondo di Brazil è 1984 sotto steroidi, una palude di sabbie mobili sulla quale non riesce a librarsi nemmeno la fantasia più sfrenata, nemmeno la speranza in un futuro migliore.

RoboCop (1987)
Il futuro di RoboCop, in cui il pubblico è assuefatto e anestetizzato dalla televisione e si lascia governare col pugno di ferro, è spaventoso. E purtroppo si è in gran parte avverato: le nuove dittature ci opprimono fingendo di darci tutto quello che desideriamo.

Demolition Man (1993)
Per fortuna si ride nell'action distopico Demolition Man. Perché, se così non fosse, sarebbe molto più facile rendersi conto di come questa società asettica, priva di trasmissioni offensive, parolacce e sesso, sia spaventosamente vicina al mondo fintamente e ipocritamente corretto che gli americani stanno costruendo per sé in questi anni. L'unica previsione del film che forse vorremmo davvero si avverasse? Il presidente Schwarzenegger. Di certo sarebbe meglio di Trump.

Ghost in the Shell (1995)
Dimenticate il remake con Scarlett Johansson, il solo Ghost in the Shell da vedere è il capolavoro animato di Mamoru Oshii. Un futuro che deve qualcosa a Blade Runner e molto al cyberpunk letterario, in cui l'uomo è sulla strada per diventare qualcosa di più e non è nemmeno più facile distinguere le vere memorie dagli impianti. Il prezzo agghiacciante dell'immortalità.
Gattaca - La porta dell'universo (1997)
La ricerca della purezza razziale del Nazismo all'ennesima potenza. Il futuro di Gattaca impedisce di far carriera a chiunque sia un figlio "naturale", non modificato geneticamente per raggiungere l'eccellenza fisica e mentale. In questo futuro si muove un uomo (Ethan Hawke) disposto a barare pur di raggiungere la vetta pur essendo non idoneo geneticamente. Un mondo che non sembra nemmeno così improbabile.

Matrix (1999)
Come in Terminator, in Matrix il futuro della specie umana prevede una guerra persa in partenza con una generazione di macchine senzienti sfuggite al nostro controllo. Solo che qui le macchine hanno capito tutto e, come in RoboCop, danno ai propri prigionieri quello che pensano di volere: un'illusione di libertà sotto forma di una simulazione della realtà del Ventesimo Secolo. Beh... almeno qui, se lo scopri, hai i superpoteri.

Minority Report (2002)
Alle prese con un testo di Philip K. Dick, Steven Spielberg lascia a casa il suo classico ottimismo per raccontare un mondo in cui la polizia persegue i cittadini per crimini che non hanno ancora commesso. Un ribaltamento efficace che riflette sulla guerra preventiva, spesso scatenata dall'America contro i propri "nemici", e sul libero arbitrio in una società in cui la privacy non esiste più e le pubblicità sono pervasive e mirate (ci siamo arrivati...).

V per Vendetta (2005)
Da un fumetto di Alan Moore e David Lloyd (considerato una delle più belle graphic novel mai fatte), la commercializzazione del futuro distopico alla 1984 di Orwell. Un film semplice ma efficace nel delineare l'involuzione fascista del Regno Unito di cui gli inglesi sembrano essere sempre molto preoccupati (vedi I figli degli uomini, più avanti).

I figli degli uomini (2006)
In un futuro non distante, la specie umana diventa sterile. I bambini smettono di nascere e ci si avvia verso l'estinzione senza possibilità di salvezza. E per questo la paura e il senso di impotenza prendono il sopravvento, annullando ogni progesso e manifestandosi sotto forma di un governo fascista. Questa è la premessa de I figli degli uomini, capolavoro di Alfonso Cuaron tratto dal romanzo di P.D. James. Un film di fantascienza sociale imprescindibile, un classico moderno che vi terrà col fiato sospeso ma vi farà stare male come pochi.

Wall-E (2008)
Anche in un cartoon in fondo ottimista e affascinante come Wall-E si nasconde l'immagine di un futuro agghiacciante. Una Terra abbandonata dall'umanità, ricoperta da montagne di rifiuti e dall'aria irrespirabile, e un'umanità che, lungi dall'aver imparato dai propri errori, vive nella bambagia in una sorta di nave spaziale da crociera. Dove il consumismo ha vinto e tutti si sono trasformati in obesi che si muovono su delle serie galleggianti.

Hunger Games (2012)
Il futuro di Hunger Games, dai romanzi di Suzanne Collins, non è nulla di nuovo. Mescola e "remixa" il cinema sulle società distopiche degli anni '70, ma lo fa con un occhio all'azione e alle storie d'amore teen che ha saputo conquistare il pubblico. Gli spettatori hanno tifato per la rivoluzione guidata da Katniss (Jennifer Lawrence) contro la dittatura che opprime gli Stati Uniti del futuro. Non male che un film popolare "per ragazzi" riesca a far filtrare messaggi importanti sulla democrazia.