
I trent'anni de Gli intoccabili: dieci ragioni per rivederlo

Trent'anni di The Untouchables - Gli intoccabili: dieci buone ragioni per rivederlo
Sono passati trent'anni dall'uscita di uno dei capisaldi del gangster movie, un noir di fine anni '80 che ridefinì il filone del proibizionismo trasformandolo in una sorta di western urbano tanto cupo quanto elegante (grazie anche agli abiti di Armani, come vedremo). Raccontando una storia già vista (in un'omonima serie TV) in maniera fresca, coinvolgente e con il giusto tocco di melodramma, Brian De Palma riuscì a forgiare un classico assoluto. Un film che avrà anche oltrepassato un'età ragguardevole, ma che ancora oggi vale la pena di essere rivisto, ed è attualissimo.
Ecco dunque dieci buone ragioni per rivedere The Untouchables - Gli intoccabili...
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Non ne fanno più così
Se leggeste la vera storia della cattura di Al Capone, scoprireste che le cose sono andate molto diversamente nella realtà. Non solo: a parte Elliot Ness e Capone, quasi tutti gli altri personaggi del film sono inventati, oppure finiscono in modi molti diversi rispetto alle loro controparti storiche (vedere Frank Nitti). Questo per dire che a De Palma e allo sceneggiatore David Mamet non fregava granché della verosimiglianza. Loro volevano solo costruire un'epopea filmica indimenticabile, e ci riuscirono. Sembra retorica, ma in ambito di grosse produzioni poliziesche hollywoodiane, oggi è più che mai raro trovare un film così perfetto sotto tutti i punti di vista.

La scena della carrozzina
Una delle sequenze più famose e ammirate del film. De Palma mette in scena la lunga e complessa sparatoria alla Union Station di Chicago come un sontuoso omaggio a La corazzata Potemkin. E, nonostate la scena parta come una citazione, lascia il segno nella storia del cinema esattamente come l'originale.

Sean Connery
Un solo Oscar ha vinto Sean Connery in carriera. Lo ha vinto per questo film. Considerando che Sean Connery è uno dei più grandi attori della storia del cinema e che quello di Jim Malone fu il ruolo che finalmente convinse l'Academy a riconoscerlo beh... abbiamo detto tutto.

Kevin Costner
Non era ancora una megastar Kevin Costner, quando ottenne il ruolo di Elliot Ness (ultimo di una sfilza di aspiranti che incluse Don Johnson e Mickey Rourke). Ma lo sarebbe diventato subito dopo questo film. E qui lo ritroviamo ancora oggi in uno dei suoi ruoli migliori, l'everyman americano, padre di famiglia affettuoso e marito premuroso, divorato da un'ossessione e disposto a tutto in nome della legge.

Billy Drago
De Palma avrebbe voluto Andy Garcia nel ruolo di Frank Nitti, psicopatico braccio destro di Al Capone. Meno male che invece Garcia insistette per interpretare George Stone, perché Billy Drago nel ruolo di Nitti resta ancora oggi uno dei gangster più memorabili di sempre.

“Sei solo chiacchiere e distintivo”
Una delle più celebri battute del cinema tutto, pronunciata da Robert De Niro a Kevin Costner in uno dei loro rarissimi incontri nel film. Materiale da leggenda e una ragione più che sufficiente per rivedere il film.

La mazza da baseball
Altra sequenza epocale, quella in cui Al Capone fracassa la testa di un suo sottoposto con una mazza da baseball. Si regge tutta sulla recitazione controllata di De Niro e sulla regia minimale di De Palma, che lo segue mentre aggira i suoi uomini seduti intorno a un tavolo. Un gioco di sguardi magistrale e all'improvviso PAM!, la mazza affonda e il sangue cola. Un grande momento di suspense.
“Era un urlo che assomigliava a questo?”
Bye bye, Frank Nitti. La collera improvvisa e brutale di Elliot Ness, che non è più disposto a sopportare le offese al suo amico Malone da parte di Nitti, ci regala uno dei momenti più catartici del film. Rivista adesso la scena è eticamente discutibile, ma si prende ugualmente gli applausi. E poi, dopo aver gettato Billy Drago dal tetto, Costner pronuncia una one-liner stratosferica: "Dov'è Nitti?", gli chiede Andy Garcia. "Nella macchina".

Ennio Morricone
La colonna sonora di Ennio Morricone è una specie di sintesi della sua carriera al cinema. Il tema portante richiama quelli da lui scritti nell'epoca d'oro del poliziesco e del gangster movie italiano e si sposa perfettamente con il fascino classico dello stile scelto da De Palma.

Giorgio Armani
Altra maestranza italiana al lavoro sul film, Giorgio Armani ne disegnò gli abiti. Fu lui stesso a tentare di convincere De Palma a scegliere Don Johnson nel ruolo di Ness, poiché lo vestiva regolarmente in Miami Vice. Ma probabilmente non si è più lamentato dopo aver visto Kevin Costner.