
I set più maledetti della storia del cinema

Il presagio e i film con i set maledetti
Quello di Omen è aolo uno dei tanti set che sembrano essere stati preda di maledizioni di vario genere. Andiamo a scoprire i più famosi...
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Il mago di Oz (1939)

Il conquistatore (1956)
Se pensate che John Wayne truccato da orientale nei panni di Gengis Khan fosse il problema principale de Il conquistatore, ripensateci.
Come se una pantera che attacca l'attrice principale Susan Hayward e un'alluvione sul set non fossero stati sufficienti, il film venne girato in un canyon che si trovava nel mezzo della zona di fall-out nucleare degli esperimenti atomici di Yucca Flats. Ancora peggio: il produttore Howard Hughes insistette per far trasportare a Hollywood 60 tonnellate di terra radioattiva, per terminare le riprese. Risultato? 91 persone impiegate sul set contrassero il cancro negli anni seguenti, e di queste 46 (incluso John Wayne) morirono.

Rosemary's Baby - Nastro rosso a New York (1968)
Le cose iniziarono ad andare male quando Castle cominciò a soffrire per via di grossi calcoli renali che lo costrinsero fuori e dentro dagli ospedali fino alla sua morte nel 1977. Il compositore del film Krzysztof Komeda morì nel 1969, a soli 38 anni, per un'emorragia cerebrale. Mia Farrow ricevette le carte del divorzio da Frank Sinatra durante le riprese. Pochi anni dopo, Roman Polanski perdette la moglie incinta, Sharon Tate, per mano della Manson Family.
Ma non basta: nel 1980, John Lennon fu ucciso proprio fuori dal palazzo Dakota, dove viveva. Lo stesso palazzo usato per gli esterni del film. E Manson era, notoriamente, ossessionato da Helter Skelter dei Beatles...

L'esorcista (1973)
Diverse morti e incidenti funestarono L'esorcista di William Friedkin, ancora oggi considerato uno dei film più spaventosi di sempre. Il fratello di Max von Sydow morì durante le riprese, l'attrice Vasiliki Maliaros poco dopo l'uscita. L'attore Jack MacGowran morì improvvisamente di influenza. Un presentatore TV con cui Friedkin aveva parlato del film fu investito da una macchina il giorno seguente. E infine un misterioso incendio distrusse parte del set, causando un ritardo di due mesi nella lavorazione.

Apocalypse Now (1979)

Shining (1980)
Come se il terrorismo psicologico inferto a Shelley Duvall da Stanley Kubrick (che le fece perdere ciocche di capelli per lo stress) sul set di Shining non fosse stato abbastanza, un incendio decise di finire il lavoro, distruggendo due teatri di posa. Non fu mai scoperta la causa.

Il grande ruggito (1981)
La lavorazione de Il grande ruggito è talmente celebre da essere diventata la frase di lancio per la redistribuzione del film nelle sale, qualche anno fa: "Nessun animale è stato ferito nella realizzazione di questo film. 70 membri del cast e della troupe sì".
E' tutto vero: il regista Noel Marshall e sua moglie, la star Tippi Hedren, decisero di realizzare il film dopo aver scoperto una piantagione africana completamente invasa da un branco di leoni. Marshall fece accomodare leoni e altri felini pericolosi nel suo ranch in California e girò il film nell'arco di undici anni, nel corso dei quali molte delle persone coinvolte vennero più o meno gravemente ferite, inclusa la piccola Melanie Griffith, figlia della Hedren, che rischiò di perdere un occhio e restare sfigurata per via di una zampata. Il direttore della fotografia Jan de Bont (futuro regista di Speed) ebbe lo scalpo sollevato da un leone (220 punti). Tippi Hedren si ruppe una gamba cadendo da un elefante e un leone le morse il collo (38 punti). Marshall fu attaccato talmente tante volte che alla fine fu ricoverato per cancrena. Stando a John Marshall, uno dei protagonisti del film, il numero di feriti potrebbe anche essere più vicino a un centinaio. Una cosa è certa: si trattò della lavorazione più pericolosa nella storia del cinema. E il risultato fu un flop al botteghino, con appena 2 milioni di dollari incassati.

Poltergeist - Demoniache presenze (1982)
Non vi basta? Un altro attore, Richard Lawson, è sopravvissuto a malapena a un incidente aereo costato la vita a ventisette persone nel 2009. Il suo collega Lou Perryman è stato invece assassinato da un ladro d'auto.

Fitzcarraldo (1982)
Una guerra tra Ecuador e Perù, la morte di alcuni membri della troupe per malattie esotiche, l'attacco di una tribù di indigeni all'accampamento di cast e troupe e un membro della stessa che si tagliò un piede per evitare di morire dopo il morso di un serpente sono solo gli avvenimenti più drammatici delle riprese di Fitzcarraldo, capolavoro di Werner Herzog in cui c'è anche la famosa scena della nave trasportata su per una collina... girata per davvero. Esiste anche un libro sulla lavorazione del film, "La conquista dell'untile", tratto dal diario che Herzog teneva sul set.

Ai confini della realtà (1983)
Il film di Ai confini della realtà fu segnato da una terribile tragedia: sul set del segmento diretto da John Landis, un elicottero abbattuto da un'esplosione decapitò l'attore Vic Morrow insieme a un attore bambino. Un altro bambino che era con loro fu schiacciato dall'elicottero e annegò. Landis aveva infranto consapevolmente le regolamentazioni sul lavoro minorile, girando di notte e lasciando i due piccoli attori avvicinarsi troppo alle esplosioni. La tragedia portò Landis a una crisi da cui la sua carriera non si è più ripresa.

Il corvo - The Crow (1994)
Brandon Lee fu notoriamente ucciso da un proiettile sparato da una pistola sul set de Il corvo. In realtà, la cosa andò un po' diversamente: a colpire Lee nell'addome fu la punta di piombo di una cartuccia a salve. Le circostanze della morte fecero parlare di una maledizione sulla famiglia Lee: il padre dell'attore, Bruce Lee, morì per via di un edema cerebrale trattato con dei medicinali che gli causarono una reazione allergica.

The Man Who Killed Don Quixote / Lost in La Mancha (2002)
Terry Gilliam sta provando ora, per l'ennesima volta, a girare il suo progetto incompiuto The Man Who Killed Don Quixote. In origine, Gilliam aveva iniziato le riprese nel 2000 con Jean Rochefort nel ruolo di Don Chisciotte e Johnny Depp in quello del pubblicitario Tony Grisoni, che viene catapultato indietro nel tempo. Ma il set spagnolo fu colpito da una serie di calamità: prima si scoprì che vicino ad esso si trovava una base della NATO, e gli aerei supersonici impedirono di registrare l'audio in presa diretta per tutto il primo giorno di riprese. Poi la zona, desertica in origine, fu allagata da una pioggia senza precedenti. E infine Rochefort fu colpito da un'ernia al disco, con conseguente rivalsa della compagnia di assicurazione che fermò il progetto e ottenne per molti anni i diritti della sceneggiatura. Tutto ciò è raccontato benissimo nel documentario Lost in La Mancha.

The Ring (2002)
Il secondo capitolo della saga americana di The Ring, diretto dal regista dell'originale Hideo Nakata, è memorabile più per quello che successe sul set durante la lavorazione che come film in sé. Nel settimo giorno di riprese, gli uffici della produzione finirono allagati per via della rottura di un tubo, un evento normalissimo se il risultato non fosse stato così spaventosamente simile al film (in cui l'acqua era una delle immagini centrali). Nakata richiese l'intervento di un ministro shintoista per celebrare un rito di purificazione sul set. Ma gli incidenti proseguirono: un giorno, uno sciame di api discese su un camion della produzione e costrinse l'evacuazione del reparto, per poi andarsene da dove era venuto senza motivo. Più avanti, una tanica d'acqua scoppiò senza motivo, allagando ancora una volta gli uffici della produzione. Una mattina, infine, un costumista uscì da garage della Universal e si trovò faccia a faccia con un cervo che caricava verso di lui. I cervi sono comuni in quelle zone di Los Angeles, ma l'attacco assomigliava tantissimo a un'analoga scena del film.
