
I più stupidi titoli italiani di grandi film internazionali

Se mi lasci ti cancello... e gli altri
Se mi lasci ti cancello, titolo italiano di Eternal Sunshine of the Spotless Mind, è probabilmente il più celebre "brutto titolo" a memoria d'italiano. Un capolavoro di semplificazione nazional-popolare nato dalla volontà del distributore di vendere il film come una commedia leggera e appetibile, ma uno di quei tentativi che si è immediatamente ritorto contro a chi l'ha pensato. Tanto che poi, sul DVD, il titolo originale è tornato a far bella mostra di sé accanto a quello italiano.
Ma questo è solo uno dei tanti titoli irrimediabilmente scemi che la distribuzione italiana ha appioppato a più o meno grandi film (ma anche no). Ecco i casi clamorosi.
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L'originale: Se scappi ti sposo
Se scappi ti sposo, alias Runaway Bride, commedia con Julia Roberts e Richard Gere, fu il film a lanciare questa moda del periodo ipotetico. Ricordiamo anche Prima ti sposo, poi ti rovino, ovvero Intolerable Cruelty dei fratelli Coen fatto passare come una commediaccia qualunque.

Il titolo italiano in inglese: Amore estremo - Tough Love
Sempre più spesso, ultimamente, si vedono falsi titoli in inglese che in realtà sono diversi da quelli originali. Come A Beautiful Day, titolo italiano di You Were Never Really Here, oppure American Life, in originale Away We Go. Ma nel 2003, Amore estremo fece jackpot in anticipo sui tempi, abbinando al titolo in italiano uno in inglese, Tough Love, separato dal trattino per far credere che fosse quello "ammeregano". Quando invece il titolo originale è l'italianissimo Gigli!

È un film comico, serve un titolo comico: L'alba dei morti dementi
Sul titolo italiano di Shaun of the Dead, la geniale commedia horror di Edgar Wright, si potrebbero scrivere interi volumi per spiegare come racchiuda tutta la diffidenza e provincialità italiana verso il cinema di genere. Ci limitiamo qui a dire che, sì, si ride molto nel film, ma no, non è una parodia scema stile Disaster Movie. Ma questo è esattamente il messaggio che comunica l'imbarazzante titolo italiano L'alba dei morti dementi.
Il titolo che visse due volte
La donna che visse due volte non è un brutto titolo, anche se oggi gli haterz griderebbero immediatamente "ALLARME SPOILER!" a pieni polmoni. Si da il caso, però, che l'originale Vertigo sia molto più bello. Il problema, forse, fu che il titolo Vertigine era già stato usato per il film Laura (1944) di Otto Preminger. Un problema analogo, in versione ancora più spettacolarmente idiota, nacque quando i distributori italiani decisero di ribattezzare Rio Bravo il western Rio Grande (1950). Quando, qualche anno dopo, uscì Rio Bravo di Howard Hawks, in Italia venne chiamato Un dollaro d'onore.

Che paura questi gays: Colpo di fulmine - Il mago della truffa
Un film in cui Jim Carrey ed Ewan McGregor si baciano e fanno quelle cose lì che fanno i gays, e che in più si chiama "TI AMO PHILIP MORRIS"? Vade retro! Noi maschi italiani eterosessuali non possiamo tollerare una simile minaccia alla nostra mascolinità. Che fare? Beh, c'è Jim Carrey, è un simpaticone. Chiamiamolo Colpo di fulmine - Il mago della truffa! Così stiamo belli generici e nessuno si offende. E già che ci siamo sforbiciamo il film qua e là tanto per andare sul sicuro.

Il gioco di parole di classe: Suxbad - Tre menti sopra il pelo
Non bastava trasformare Superbad in Suxbad (capito? La "x" sta per "per"!), ma si doveva anche aggiungere un sottotitolo per prendersi gioco di Tre metri sopra il cielo e tutto il cinema di Moccia, tanto per essere sicuri che il titolo invecchiasse in tempo zero. Nota bene: il titolo italiano è nato da un concorso indetto dalla casa di distribuzione. Nota ancora meglio: se lo leggete all'americana, "sucks bad" vuol dire "fa proprio schifo, ma tanto".

Da Truffaut al Bagaglino: Non drammatizziamo... è solo questione di corna!
Non basta essere uno dei padri della Nouvelle Vague francese. Un film deve vendere, acciderbolina! E cosa vendeva più dell'adulerio nella pruriginosa e repressa Italia degli anni '70? Ecco perché Domicile conjugal è diventato Non drammatizziamo... è solo questione di corna!.

Chi se ne frega dei viaggi nel tempo: Un amore all'improvviso
Guardando il titolo italiano, non lo direste mai che questo dramma sentimentale con Eric Bana e Rachel McAdams abbia un elemento fantascientifico. E invece è così: il protagonista ha un gene che lo porta a viaggiare involontariamente nel tempo. Per questo il film, così come il romanzo da cui è tratto, si intitola The Time Traveller's Wife, "La moglie del viaggiatore nel tempo". Un amore all'improvviso, titolo che più generico e insipido non si può, rientra in un'altra vincente tradizione italiana, quella di aggiungere "all'improvviso" a qualunque situazione (ad esempio: Tre all'improvviso, Famiglia all'improvviso, Un figlio all'improvviso) e sperare per il meglio.

Il titolone poetico: Quando l'amore brucia l'anima
L'amore brucia l'anima! Argh come brucia! Come strazia il cuore! Straziami ma di baci saziami! E già che ci sei evita di ricordare agli spettatori la ragione per cui andare a vedere il film, cioè che si tratta di un biopic di Johnny Cash. Perché il titolo originale, Walk the Line, viene da una canzone del più grande cantante country di sempre, di cui, incidentalmente, parla il film! Ma pensa! Quando l'amore brucia l'anima ha tanto peso poetico quanto le cose che scrivi la domenica mattina su Instagram dopo aver fotografato il cornetto caldo che ti sei sparato a colazione.
Il titolazzo: Corvo rosso non avrai il mio scalpo
Oh, come titolo è una bomba, sia chiaro. Lo ha spiegato benissimo Enzo G. Castellari, regista a cui Tarantino si è ispirato per Bastardi senza gloria: se un titolo ti fa dire "Sticazzi" allora è da scartare. Ma se scatta il "Mecojoni", è quello giusto. Corvo rosso non avrai il mio scalpo? Mecojoni! Peccato che non abbia assolutamente nulla a che vedere con l'originale Jeremiah Johnson, nome e cognome del protagonista interpretato da Robert Redford. In un film, per altro, che fa della tolleranza e della convivenza pacifica con i nativi il suo tema portante. E in cui non c'è assolutamente nessun Corvo Rosso, per altro!

Il titolo che mescola italiano e inglese pe' fasse du risate: Svalvolati on the Road
Hahaha che sagome che sono questi qua, che svalvolati! Che fuori! Sono proprio quattro vecchi svalvolati! On the road! Il titolo originale di questa dimenticabile commedia su un gruppo di uomini di mezza età che vogliono dimostrare di essere ancora giovani è Wild Hogs. Ovvero... rullo di tamburi... "CINGHIALI"! Non era perfetto così? No, meglio Svalvolati on the Road perché, si sa, affiancare parole in italiano e inglese fa sempre molto, ma molto ridere. Ma molto.

Il titolo che nessuno si ricorda e tutti usano quello originale: Interceptor
Qui la storia ci si è messa di mezzo e ha vendicato Mad Max, il super-classico di George Miller che presentò al mondo Mel Gibson. Il titolo italiano è un riferimento all'auto guidata da Max, l'Interceptor. Ma nessuno se lo ricorda. Per tutti è sempre stato Mad Max, tanto che, anche se il sequel è stato battezzato Interceptor - Il guerriero della strada, il terzo capitolo dovette accettare la cosa e chiamarsi Mad Max - Oltre la sfera del tuono. Di recente è uscito Mad Max: Fury Road. Qualcuno ha forse alzato il sopracciglio in preda alla confusione?
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Il titolo generico che dovrebbe essere autoritario e invece meh: Il petroliere
In originale, il film di Paul Thomas Anderson si chiama There Will Be Blood. In Italia si è pensato bene di concentrare l'attenzione sul petroliere di Daniel Day-Lewis e intitolarlo... Il petroliere. Che evoca tutt'altro film, forse la storia canonica di un uomo che fa la fortuna con il petrolio e non la tragedia shakespeariana che in realtà è.

L'affaire Pianeta delle scimmie
Questo è uno dei più clamorosi casi recenti di titoli tutti sbagliati. Ci si è messa un po' la sfiga, almeno all'inizio, e questo va detto. Rise of the Planet of the Apes, "L'ascesa del pianeta delle scimmie", è stato giustamente tradotto con L'alba del pianeta delle scimmie. E fin qui. Peccato che poi in America si sia scelto di chiamare il sequel Dawn of the Planet of the Apes, ovvero... lo avete capito... L'ALBA del pianeta delle scimmie! Qui però entra in scena il genio del male: si decide che il titolo italiano del film di Matt Reeves sarà Apes Revolution - Il pianeta delle scimmie. Una scelta che poteva essere più stupida solo se "Revoluscion" fosse stato scritto all'italiana. Il terzo capitolo, sulla carta, non presentava alcun problema: War for the Planet of the Apes, "La guerra del pianeta delle scimmie" o "per il". Titolo italiano? The War - Il pianeta delle scimmie. "The War"! Allora te le cerchi.