
I 10 film italiani più belli del 2016

Il meglio del cinema italiano del 2016
Apriamo la nostra gallery con una delle immagini-simbolo del cinema italiano 2016: lo Zingaro di Luca Marinelli che canta "Un'emozione da poco" di Anna Oxa in Lo chiamavano Jeeg Robot. Un'emozione NON da poco è stato vedere come, nell'ultimo anno, il cinema italiano abbia fatto passi da gigante verso il totale svecchiamento dei suoi linguaggi e l'adeguamento al livello internazionale. Stiamo tornando sulle mappe e lo stiamo facendo grazie a una nuova generazione di autori pronti a sperimentare con linguaggio cinematografico.
Per chiudere il 2016 in bellezza, diamo perciò uno sguardo a quelli che secondo la nostra redazione sono stati i dieci film italiani migliori dell'anno. Scorrete la nostra gallery per scoprirli tutti...
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S is for Stanley
S is for Stanley di Alex Infascelli è un toccante documentario che racconta la vita di Emilio D'Alessandro, un italiano emigrato a Londra che per quasi trent'anni fu assistente tuttofare di Stanley Kubrick. Un documento importante che racconta una storia poco nota, ma non per questo meno bella.

Mine
Mine di Fabio Guaglione e Fabio Resinaro è un film americano, co-prodotto con l'Italia e diretto da due italiani. Ennesima riprova di come dal nostro Paese stiano uscendo nuove voci interessanti e degne di nota, capaci di lavorare con i ritmi e le aspettative dei blockbuster d'Oltreoceano. Armie Hammer è il solo protagonista di questo incubo in pieno sole high-concept capace di ipnotizzare per tutta la sua durata.
La nostra intervista ai registi.

Piuma
Roan Johnson è un autore da tenere d'occhio. Il suo precedente Fino a qui tutto bene non ci aveva entusiasmato, ma conteneva degli elementi interessanti. Piuma invece - nonostante le aspre critiche piovute sul film a Venezia - è una commedia delicata e intelligente, capace di affrontare il tema della maternità attraverso lo sguardo confuso, eppure pieno di risorse, di una coppia di teenager nell'Italia di oggi, in profonda crisi economica e culturale.

In guerra per amore
Al suo secondo film da regista, Pif fa centro ancora una volta con In guerra per amore, una storia in bilico tra commedia e tragedia che, seguendo le disavventure di un italiano arruolato tra gli americani nella Seconda Guerra Mondiale, si prefigge l'obbiettivo ambizioso di raccontare le origini della moderna mafia. Ma con la leggerezza di tocco di uno degli autori più interessanti emersi nel nostro Paese negli ultimi anni.

Fuocoammare
Ingiustamente snobbato agli Oscar, Fuocoammare vede il ritorno dietro la macchina da presa di Gianfranco Rosi dopo il successo di Sacro GRA. Il film ha vinto al Festival di Berlino ed è già passato in TV nel nostro Paese, perché è una potentissima arma a favore dell'integrazione tra i popoli e le culture diverse. Rosi racconta lucidamente la vita degli abitanti di Lampedusa alle prese con il flusso dei migranti.

Veloce come il vento
Anche Veloce come il vento di Matteo Rovere è finito nella nostra classifica dei dieci film dell'anno. Basterebbe l'ex pilota tossico, magrissimo e tormentato di Stefano Accorsi a qualificarlo. Ma quello che Rovere riesce a fare è prendere un canovaccio americanissimo - la seconda occasione, il tentativo di ricucire i legami di sangue - e coniugarlo secondo un'ottica italianissima. E finalmente si torna a esportare i nostri film (all'estero è uscito come Italian Race).

Indivisibili
Viola e Daisy (Angela e Marianna Fontana) sono due gemelle siamesi che vivono attaccate solamente da un lembo di pelle. Sfruttate da un padre che le costringe a esibirsi come cantanti, decidono di cambiare la loro vita quando scoprono di potersi separare. Una storia di crescita nei più difficili sobborghi di Napoli è al centro di Indivisibili di Edoardo De Angelis, una specie di favola amara che ci ha conquistati.

La pazza gioia
Lo sguardo grottesco e agrodolce di Paolo Virzì in un mondo complesso come quello della malattia mentale, La pazza gioia dimostra ancora una volta come la leggerezza stilistica del regista toscano sia più efficace di tanti melodrammoni nel raccontare realtà difficili e ai margini.
Qui la nostra videointervista a virzì.

Perfetti sconosciuti
Con Perfetti sconosciuti, Paolo Genovese ha raggiunto la maturità artistica e un traguardo non indifferente per un film italiano: vincere il premio della giuria per la miglior sceneggiatura al Tribeca Film Festival. Un cast ottimo - Marco Giallini, Edoardo Leo, Kasia Smutniak, Giuseppe Battiston, Alba Rohrwacher, Anna Foglietta e Valerio Manstandrea - per un'amara riflessione sul potere della tecnologia nelle nostre vite.

Lo chiamavano Jeeg Robot
Lo abbiamo già citato in apertura perché è stato un vero fenomeno del 2016. Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti (che già abbiamo annoverato tra i film dell'anno in assoluto) è uno spartiacque per il cinema italiano, un punto di riferimento qualitativo che nessuno potrà ignorare. Finalmente un regista ha deciso di realizzare un film di genere, e di supereroi niente meno, e finalmente dei produttori hanno deciso di scommettere su di esso. Jeeg è un concentrato di azione, dramma, ironia, tanto profondo quanto divertente e capace di prendersi anche sul serio nei momenti giusti. Premiatissimo ai David.
L'intervista a Mainetti.