
Gli Oscar del cuore: dieci capolavori premiati come miglior film

Casablanca (1942)
La storia dei premi Oscar è lunga. Talmente lunga che è impossibile elencare tutti i vincitori dei premio al miglior film, ed è anche molto difficile selezionare "i migliori". Anche perché si tratta di una selezione per forza di cose soggettiva. Tenendo questo a mente, abbiamo stilato una lista di dieci titoli che, secondo noi, rappresentano il meglio degli Oscar al miglior film e, dunque, il meglio che il cinema americano ha saputo proporre in un secolo. Dieci titoli da vedere e rivedere, o da scoprire se non lo avete ancora fatto.
A partire dal grande classico di Michael Curtiz, Casablanca, un concentrato di sequenze, dialoghi e personaggi talmente iconici da essere entrati nell'immaginario (e nel lessico) spesso senza che ce accorgiamo. Una delle più belle storie d'amore mai prodotte per il grande schermo, con due protagonisti, Humphrey Bogart e Ingrid Bergman, leggendari.
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Ben-Hur (1959)
Il peplum definitivo. William Wyler dirige Charlton Heston in un film che, pur durando tre ore e mezza, è una cavalcata potente e dinamica attraverso un mondo antico irto di pericoli e drammi. Con un finale epocale: la corsa dei carri è forse la sequenza d'azione più sconvolgente mai filmata. Fu il primo film a vincere undici Oscar.

La calda notte dell'ispettore Tibbs (1967)
Cinquant'anni prima di Green Book, in piena epoca delle lotte per i diritti civili degli afro-americani, Norman Jewison diresse la più bella storia di amicizia oltre ogni preconcetto razziale. Quella tra Virgil Tibbs (Sidney Poitier) e Gillespie (Rod Steiger, premiato con l'Oscar), poliziotti costretti a lavorare insieme per risolvere un giallo in una cittadina del razzista Mississippi. Un rapporto che si basa su un mutuo rispetto crescente, pochissime parole e molti gesti. E si conclude con uno dei più commoventi saluti della storia del cinema. Cinque Oscar.

Il braccio violento della legge (1971)
Uno dei capolavori assoluti di William Friedkin, caposaldo del poliziesco procedurale. Il braccio violento della legge è sorretto da due protagonisti perfetti, Gene Hackman e Roy Scheider, un cattivo epocale (Fernando Rey), e un comparto di sceneggiatura/regia/montaggio che non lascia scampo. Cinque Oscar meritatissimi.

Il padrino (1972)
Difficile scegliere tra questo e Il padrino - Parte II, che solo due anni dopo avrebbe rivinto l'Oscar al miglior film, più altri cinque. Il primo Padrino di Oscar ne ha vinto "solo" tre, ma resta un capolavoro che va studiato e conservato. Ovviamente non limitatevi a vedere questo, ma proseguite con tutta la saga.
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Rocky (1976)
Oggi Sylvester Stallone è visto più che altro come un divo dell'action muscolare anni '80, ma il suo esordio da protagonista del cinema americano fu da lui anche scritto e vinse tre Oscar: miglior film, regia (John G. Avildsen) e montaggio. La beffa? La perfetta sceneggiatura di Stallone non venne premiata, e quarant'anni dopo Sly avrebbe anche sfiorato l'Oscar come miglior attore non protagonista nel ruolo di Rocky Balboa in Creed, finendo poi snobbato di nuovo.
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Il cacciatore (1978)
Impossibile non versare almeno una lacrima vedendo Il cacciatore, il film che fece segnare a tutti il nome del regista Michael Cimino (poi tramontato con il successivo fallimento del pur bellissimo I cancelli del cielo). Cinque Oscar per questa amara riflessione sulla sconfitta morale del Vietnam, interpretata da un cast straordinario: Robert De Niro, John Cazale, John Savage, Meryl Streep e Christopher Walken (premiato con l'Oscar).
Balla coi lupi (1990)
Il film che resuscitò il Western. Una vera sorpresa per tutti, all'epoca, perché nessuno avrebbe mai detto che Kevin Costner, esordiente assoluto alla regia, fosse in grado di girare una cosa del genere. Balla coi lupi è pura epica, un film lungo, sontuoso, ricchissimo. Sette Oscar, compresi regia, sceneggiatura, montaggio e colonna sonora.

Schindler's List (1993)
Dopo tanti anni a sfornare un film imprescindibile dietro l'altro - ma troppo "fantastici" per piacere all'Academy - Steven Spielberg sbancò tutto con Schindler's List, la sua personale riflessione sull'Olocausto. Un tema da lui molto sentito, e questa passione si riversa sullo schermo in un'epopea umana girata con la sua consueta capacità di ammaliare, anche di fronte a episodi così cupi della storia umana. Sette Oscar.

Non è un paese per vecchi (2007)
Il trionfo dei fratelli Coen agli Oscar. Non è un paese per vecchi è uno dei loro capolavori, un western moderno che ha imposto la grande presenza scenica di Javier Bardem a tutto il mondo. Quattro meritatissimi Oscar per uno dei migliori film dello scorso decennio.