
Gli horror più sottovalutati degli ultimi 15 anni

Gli horror del nuovo millennio più sottovalutati - The Descent (2005)

Two Sisters (2003)
Lasciate perdere il remake americano The Uninvited e andate dritti a riscoprire Two Sisters del talentuoso regista coreano Kim Jee-woon. La storia è quella di due sorelle che tornano a casa dopo un periodo di assenza seguito alla morte della madre, e scoprono che il padre convive con una donna misteriosa. Terribili e sconvolgenti segreti verranno a galla...

The House of the Devil (2009)
Ti West, uno dei più interessanti autori horror del nuovo millennio, firma questo omaggio all'orrore di un tempo. Una babysitter accetta un lavoro, ma presto scopre che non è un bambino quello di cui dovrà prendersi cura. C'è di tutto in questo film: possessioni demoniache, inaspettati colpi di scena e la più classica delle babysitter nei guai.

The Loved Ones (2009)
Perfetto ribaltamento dei canoni del torture porn, questo horror australiano diretto da Sean Byrne vede una ragazzina rapire, con l'aiuto del padre, il compagno di scuola di cui è innamorata e torturarlo lentamente e inesorabilmente per il resto del film. E' davvero doloroso arrivare in fondo, ma per i veri fan dell'horror sarà una bella sfida.

The Strangers (2008)
Bryan Bertino, una delle nuove voci dell'horror indipendente, dirige Liv Tyler e Scott Speedman nella più classica delle home invasion, un tipo di film dell'orrore che fa genere a sé. I due sono una coppia che, tornata a casa dopo una festa, inizia a essere perseguitata da tre individui mascherati che irrompono in casa loro. Grande tensione e angoscia da manuale.

Green Room (2015)
La straordinaria opera terza di Jeremy Saulnier, ancora inedita in Italia, è un'avventura elettrizzante tra orrore, thriller e azione. I membri di un gruppo punk (tra cui il compianto Anton Yelchin in uno dei suoi ultimi ruoli) finiscono a suonare in un centro sociale nazi in Oregon, e sono costretti a lottare per la vita dopo aver assistito a un omicidio. Non lascia respirare Green Room, ma nonostante ciò c'è sempre spazio per una vena di geniale umorismo nero. Indimenticabile anche il cattivo di Patrick Stewart.

Pontypool - Zitto o muori (2008)
Dal Canada arriva questo thriller claustrofobico diretto da Bruce McDonald, che l'ha tratto da un suo libro. Si racconta di un DJ (Stephen McHattie) determinato a trasmettere anche durante una brutta tempesta. Ma, una volta che è arrivato alla stazione radio, le cose all'esterno cominciano a mettersi male e strane morti violente squotono la comunità...

Thirst (2009)
Park Chan-wook dice la sua sui vampiri raccontando la storia di un prete cattolico che, dopo essersi offerto come cavia per la sperimentazione di un vaccino, si tramuta in un essere succhiasangue. Amore e morte, il vampirismo come metafora del sesso e tutto il classico parco tematico del filone, rivisto però da uno dei più geniali autori coreani.

We Are What We Are (2013)
Jim Mickle, autore di Cold in July e Hap & Leonard, ci trasporta nelle vite di una famiglia di cannibali, i Parker, legati a riti tramandati da generazioni. Il padre Frank è determinato a passare l'eredità alle due figlie, ma cosa succede quando la nuova generazione sembra volersi ribellare agli usi famigliari?

V/H/S (2012)
Quando si dice tirare fuori il meglio da una premessa già sentita. V/H/S è un'antologia di cortometraggi diretti in stile found footage (i "filmati ritrovati" tipici di film come Paranormal Activity) stracolmi di idee e realmente terrificanti. Dentro ci sono alcuni dei nomi nuovi dell'horror come Adam Wingard, Ti West e Joe Swanberg. Ottimo anche il sequel V/H/S/2.