
Dieci potentissimi finali che vi faranno piangere a dirotto

Avengers: Infinity War (2018)
Non sempre un finale triste è il contrario di un lieto fine. Ci sono casi di film che finiscono esattamente come dovrebbero, con una nota di tristezza che però è in linea con quanto visto fino a quel momento. Una tristezza che nasce dal sacrificio di un personaggio, da una storia d'amore non realizzata, da qualche sogno infranto. Andiamo a scovare dieci finali memorabili che ci hanno fatto piangere a dirotto, ma che erano inevitabili...
OVVIAMENTE: SPOILER!
Cominciamo dal recente Avengers: Infinity War. Nessuno si aspettava una tale carneficina alla fine dello spettacolare blockbuster Marvel. E, per quanto sappiamo che nel prossimo capitolo quasi tutti i personaggi morti per mano di Thanos torneranno in vita, quando il giovane Peter Parker, alias Spider-Man, stringe in un abbraccio il padre putativo Tony Stark per poi dirgli "Mi dispiace", prima di smaterializzarsi in una nuvola di polvere, è un momento estremamente toccante. Lo dobbiamo alla bravura di Tom Holland e Robert Downey Jr., che rendono l'affetto tra i due palpabile.
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Brazil (1985)
Il capolavoro di Terry Gilliam vede Jonathan Pryce nei panni di Sam Lowry, un uomo che si sente soffocare da una vita vissuta come ingranaggio di una società distopica, dominata dalla burocrazia. Sogna di fuggire lontano da quel mondo oppressivo, di volare indossando un'armatura. Nel finale sembra riuscire nell'intento di scappare con la donna amata, ma era tutto un sogno: Sam è in stato catatonico e ha immaginato tutto quanto.

La tomba delle lucciole (1988)
Se alla fine de La tomba delle lucciole, capolavoro animato di Isao Takahata (co-fondatore dello Studio Ghibli) non avete versato litri di lacrime, non siete umani, ma probabilmente dei robot. La storia di Seita e Setsuko, fratello e sorellina rimasti soli nel Giappone del dopoguerra in preda alla fame, è straziante. Ma quel finale, in cui Seita crema la sorella e poi muore anch'egli di stenti, e quell'attimo conclusivo in cui le lucciole danzano sulla collina sopra la moderna Kobe, dove loro avevano vissuto gli ultimi momenti insieme, è assolutamente devastante.

Million Dollar Baby (2004)
Pochi si aspettavano che Million Dollar Baby non fosse un film sulla boxe femminile, ma sull'eutanasia. Quando la protagonista Maggie (Hilary Swank), diventa tetraplegica dopo un incidente, chiede al suo allenatore Frankie (il regista Clint Eastwood) di porre fine a un'esistenza diventata intollerabile. Lui accetta e, nel finale, prima di farle l'iniezione, le rivela il significato del soprannome da lui scelto per lei, Mo Chuisle, cioè "mio sangue", "mio tesoro" in gaelico. E' un momento straziante e bellissimo, in cui persino il duro Eastwood non riesce a trattenere le lacrime.

Man on Fire - Il fuoco della vendetta (2004)
Man on Fire di Tony Scott è la storia della redenzione di un bodyguard (Denzel Washington) che, dopo una vita tra alcol e pallottole, scopre l'amore paterno per la figlia (Dakota Fanning) di un uomo d'affari messicano che ha il compito di proteggere. Alla fine, John Creasy si sacrifica per restituire la bambina, rapita da dei gangster, al padre. Ma prima di andare incontro al suo destino, ha l'occasione di dirle addio. Ed è lì che perderete il controllo.

I segreti di Brokeback Mountain (2005)
La storia d'amore gay firmata da Ang Lee è un film romantico e commovente. Ma in esso, Ennis (Heath Ledger) è tra i due protagonisti quello che maschera maggiormente le proprie emozioni. Ed è per questo che il film è ancora più efficace nel farci perdere il controllo dei dotti lacrimali quando, alla fine, scoperto che l'amato Jack (Jake Gyllenhaal) è morto, Ennis si lascia andare a un pianto disperato mentre stringe una camicia a lui appartenuta.

Amour (2012)
Nel finale di Amour, film di Michael Haneke interpretato da Jean-Louis Trintignant ed Emmanuelle Riva, si manifesta l'amore nella sua forma più pura, finale. In quel momento, un marito pone fine alla vita della moglie, paralizzata da un infarto cerebrale. E' giusto vivere così? E' giusto finire la propria vita in questo modo umiliante? Haneke si pone questa domanda e dà una risposta netta, portandoci alle lacrime.

End of Watch - Tolleranza zero (2012)
Nel finale di End of Watch, i poliziotti Jake Gyllenhaal e Michael Pena ridono e scherzano insieme. Ma si tratta di un flashback: poco prima avevamo assistito al funerale del secondo, ucciso da dei gangster inviati dal cartello di Sinaloa. Al funerale, il suo partner e migliore amico (Gyllenhaal) è paralizzato dal dolore e riesce solo a dire: "Era mio fratello". Nemmeno i più duri fan dell'action resisteranno.

La La Land (2016)
Per raggiungere il proprio obbiettivo o realizzare i propri sogni bisogna sempre rinunciare a qualcosa. Ce lo insegna La La Land con uno dei finali più tristi in tema di storie d'amore: Emma Stone e Ryan Gosling si ritrovano nel locale jazz di lui anni dopo essersi lasciati. Quando i loro sguardi si incrociano, parte un sogno che li vede felici. Ma il sogno finisce e ci ritroviamo nell'amara realtà: non sempre l'amore attecchisce, non sempre è la priorità nella vita delle persone. Qui non siamo a Hollywood, pur essendoci.

Logan - The Wolverine (2017)
Non poteva esserci finale migliore per la saga cinematografica di Wolverine di quello di Logan. Quando la piccola Laura, nata dal DNA di Logan, seppellisce suo "padre" citando una battuta de Il cavaliere della valle solitaria (film a cui fa riferimento spesso il regista James Mangold nelle scene precedenti), e infine gira la croce per trasformarla in una X gigante sulla tomba del più celebre dei mutanti, è impossibile non farsi sfuggire una lacrima o due.