
Dieci personaggi diventati popolari contro ogni previsione

Iron Man
Ci sono personaggi del cinema talmente iconici che sembra impossibile che non lo siano sempre stati. Eppure, a volte capita che un personaggio diventi popolarissimo a sorpresa, persino per gli autori. Diamo uno sguardo ad alcuni casi clamorosi...
Ad esempio quello di Iron Man, notoriamente usato al cinema dalla Marvel per lanciare il proprio universo condiviso solo perché... era il male minore. All'epoca dell'uscita del film, la Marvel aveva venduto i diritti dei propri personaggi più famosi (come Spider-Man e gli X-Men), e solo i principali Avengers rimanevano in mano alla casa di produzione. Così la Marvel tenne alcuni test, cercando di scoprire con quale action figure i bambini giocassero più volentieri, e il vincitore fu proprio Iron Man. Solo che gli stessi bambini non sapevano chi fosse, né se fosse un robot o meno.
Preoccupazioni che poi risultarono vane: grazie anche all'interpretazione di un rinato Robert Downey Jr., non solo Iron Man fu un successo ma Tony Stark divenne un personaggio popolare e il volto del neonato Universo Cinematografico Marvel.
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Han Solo
E pensare che George Lucas non voleva nemmeno considerare Harrison Ford per il ruolo di Han Solo in Star Wars. Il regista avrebbe preferito non lavorare con nessuno degli interpreti di American Graffiti, e aveva in mente Christopher Walken o Kurt Russell per il ruolo del contrabbandiere guascone più amato di sempre.
Ma il direttore casting Fred Roos la pensava diversamente e assunse Ford (nel frattempo diventato falegname perché in attesa del secondo figlio) per fargli montare una porta durante i provini di Star Wars alla American Zoetrope di Coppola. Tese dunque una trappola a Lucas, che ci cascò. Per fortuna, perché stando ai resoconti fatti da vari testimoni, il personaggio di Han era piuttosto piatto sulla carta. Fu Ford a donargli la sua attitudine da spaccone, segnando intorno ai dialoghi delle annotazioni su come pronunciarli. Di fatto contribuendo a creare il personaggio che oggi conosciamo. E che divenne talmente celebre da meritarsi un suo film solista.

Anton Chigurh
Il killer silenzioso di Non è un paese per vecchi dei fratelli Coen è diventato il trademark principale del film col passare degli anni. Il merito va sia ai Coen che a Javier Bardem, che vinse l'Oscar. Il suo modo di muoversi e parlare e la sua strana acconciatura hanno contribuito a creare una figura davvero iconica, molto più, probabilmente, di ciò che si aspettavano i registi.

Jason Voorhees
Nel primo capitolo della lunga saga di Venerdì 13, Jason Voorhees non appare nemmeno. Fu del geniale autore di effetti speciali Tom Savini l'idea di farlo apparire in una sorta di sogno nell'ultimissima scena, per ottenere un ultimo, inaspettato "jump scare". Jason divenne il volto del franchise dal secondo capitolo, ma fu solo nel terzo che il "suo" volto venne creato. Marty Sadoff, supervisore delle riprese 3D, era un fan dell'hockey e usò una sua machera da portiere per un test luci. La maschera, da quel momento, rimase e cementò l'iconografia del personaggio.

Richard B. Riddick
Quando uscì Pitch Black nel 2000, nessuno pensava che sarebbe stato il film che avrebbe lanciato Vin Diesel. Fu proprio lui la star inattesa di un film di fantascienza vecchio stampo, nel quale il mercenario/criminale Richard B. Riddick era l'unica difesa di un gruppo di astronauti da una serie di orrendi mostri notturni su un pianeta dimenticato da Dio. Riddick divenne talmente popolare da tornare in altri due film, The Chronicles of Riddick e Riddick, rigorosamente incentrati su di lui. Ma non di altrettanto successo.

Rocket Raccoon
Nato sulle pagine dei fumetti Marvel a metà anni '70, come personaggio minore, Rocket Raccoon divenne più celebre entrando nella seconda incarnazione dei Guardiani della Galassia, da cui fu tratto il film di James Gunn. Le previsioni, prima dell'uscita del film, lo annunciavano come il primo flop dello Studio, proprio per via dell'inclusione di personaggi minori e bizzarri come Rocket. Il procione guerriero tanto deriso divenne invece il più amato del film che, non c'è neanche bisogno di dirlo, fu un successo strepitoso.

Spider-Man
Se avessero dato retta all'allora publisher della Marvel, Martin Goodman, Stan Lee e Steve Ditko non avrebbero mai creato il personaggio più celebre della Marvel. Goodman non era d'accordo con la loro idea di rendere Spider-Man un teenager magrolino e insicuro con le donne, antitesi degli eroi muscolosi e sicuri di sé che popolavano le pagine dei fumetti anni '60. Fu così che si decise di far debuttare l'Uomo Ragno nell'ultimo numero di Amazing Fantasy, una serie antologica che era destinata a chiudere per le scarse vendite. Goodman si rimangiò tutte le sue parole quando il numero 15 di Amazing Fantasy vendette oltre ogni più rosea aspettativa proprio grazie a Peter Parker. Che, l'anno dopo, esordì con la sua testata regolare, The Amazing Spider-Man, e 56 anni dopo è una garanzia anche al cinema.

Boba Fett
Il mercenario Boba Fett ha un totale di quattro battute, composte da 27 parole, nel suo film di debutto nell'universo di Star Wars, L'impero colpisce ancora. Ne Il ritorno dello Jedi, muore addirittura senza tante cerimonie nel primo atto. Ma allora perché è diventato così popolare tra i fan? In parte per la sua armatura, dal design iconico. Il giocattolo fu tra i più ricercati dai bambini, ed era quasi impossibile da reperire perché doveva essere ordinato direttamente alla fonte, l'azienda Kenner. In parte forse proprio per la sua natura misteriosa e i pochi dialoghi. Qualunque sia la ragione, la fama di Boba Fett resta una delle grandi sorprese della saga.

Slimer
Il verde fantasmino vorace di Ghostbusters divenne talmente famoso da essere promosso a protagonista della quarta stagione del cartoon The Real Ghostbusters, tratto dal film di Ivan Reitman. Il suo look fu creato dall'artista degli effetti visivi Steve Johnson dopo mesi di lavoro, e preparato in via definitiva il giorno prima delle riprese. Johnson sostiene che la produzione gli chiese di ispirarsi a John Belushi, l'iconico attore morto prima di poter interpretare la parte di Venkman, poi andata a Bill Murray.

Pinhead
Pinhead è, oggi, il demone simbolo di Hellraiser. Eppure non era nemmeno il principale cattivo del classico horror di Clive Barker. La sua fama divenne l'àncora di tutti i successivi sequel. E pensare che lo scrittore Barker, che esordì alla regia proprio con questo film tratto da un suo racconto, aveva ottenuto per contratto i diritti della saga cinematografica, forse proprio perché nessuno si aspettava che Hellraiser potesse generarne una.