
Dieci pellicole che hanno scatenato proteste degli spettatori

La passione di Cristo (2004)
Tutti ricorderanno le polemiche all'uscita de La passione di Cristo, film di Mel Gibson che racconta, con dovizia di particolari macabri, gli ultimi giorni di vita di Gesù (Jim Caviezel) e il suo martirio. Il film fu attaccato sia dai cristiani per l'eccessiva violenza con tocchi di sadismo, sia, e soprattutto, dalle comunità ebraiche americane perché, a detta loro, si crogiolava in una serie di cliché sugli ebrei e il loro ruolo di assassini di Cristo. Le proteste a New York videro persone indossare le uniformi dei campi di concentramento per ricordare a tutti cosa fosse accaduto l'ultima volta che gli ebrei erano stati accusati di essere un popolo di manipolatori avidi e senza scrupoli.
Ma il caso de La passione di Cristo non è l'unico in cui un film abbia generato controversie e persino proteste. Vediamo i più celebri.
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Ultimo tango a Parigi (1972)
Pochi film hanno suscitato tanto scalpore quanto Ultimo tango a Parigi. Oltre alle accuse della star Maria Schneider, che afferma di non essere stata messa al corrente da Marlon Brando e Bernardo Bertolucci della famosa scena del burro, che le ha causato umiliazione e forti traumi per tutta la vita, il film venne anche condannato alla distruzione dalla Cassazione nel 1976, dopo un tira e molla giudiziario iniziato nel 1972. Bertolucci, Brando e il produttore Alberto Grimaldi vennero inoltre condannati a due mesi di carcere con la condizionale, pena poi sospesa. Poche copie, conservate come corpo del reato, furono fortunosamente salvate e conservate presso la Cineteca Nazionale.
Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975)
Presentato al Festival di Parigi nel 1975, dopo la morte di Pier Paolo Pasolini, il suo ultimo film Salò o le 120 giornate di Sodoma è effettivamente un tour de force, pieno di immagini di rara potenza ancora oggi. All'epoca dell'uscita nelle sale italiane, il 10 gennaio 1976, scatenò forti proteste e, ancora una volta dopo Ultimo tango a Parigi, il produttore Alberto Grimaldi fu processato per oscenità. Alla fine, anche dopo l'attacco da parte di neofascisti a un cinema di Roma dove era in programmazione, il film fu ritirato perché offendeva il comune senso del pudore. Solo il 16 febbraio 1978 la Corte di Cassazione pose fine alla questione permettendo la libera circolazione del film. Anche Grimaldi fu assolto dalla Corte d'Appello.

Io, Caligola (1979)
Tinto Brass diresse grandi nomi come Malcolm McDowell, Helen Mirren e Peter O'Toole in Io, Caligola, che avrebbe dovuto essere uno spettacolare peplum prodotto da Bob Guccione, il boss di Penthouse. Solo che Guccione aveva un'idea molto diversa del film che voleva e fece girare di nascosto scene porno da montare nel film. Ciò scatenò la collera del cast e causò la messa al bando del film in Gran Bretagna.

Cannibal Holocaust (1980)
L'ultima tentazione di Cristo (1988)
Quando si tocca l'argomento della religione al cinema è sempre rischioso. Il caso de L'ultima tentazione di Cristo, oggi considerato uno dei grandi film della carriera di Martin Scorsese, è emblematico. Basato su un altrettanto controverso romanzo dell'autore greco Nikos Kazantzakis, che negli anni '50 aveva attirato le ire della Chiesa ortodossa, il film venne fortemente osteggiato dalle comunità cattoliche e protestanti per come dipingeva Cristo come un uomo comune, con tanto di desideri sessuali. La protesta si scatenò fuori dal quartier generale della Universal, con 25 mila persone per strada a pretendere che il film venisse bloccato. Invece uscì e fruttò anche a Scorsese una nomination per la regia.
Fa' la cosa giusta (1989)
Fa' la cosa giusta, il film che rese Spike Lee una star della regia, esamina le radici della violenza, raccontando una serie di tensioni razziali in una zona di Brooklyn che sfociano in un riot al termine del film. Nonostante fosse chiaramente contro la violenza, fu accusato dalla critica di infiammare gli animi diffondendo ai neri il messaggio "i bianchi sono il vostro nemico". Le tensioni erano effettivamente forti all'epoca, e pochi anni più tardi il pestaggio di Rodney King avrebbe portato alla rivolta di Los Angeles. Ma accusare Lee di gettare benzina sul fuoco fu abbastanza miope.
Assassini nati - Natural Born Killers (1994)
Da una sceneggiatura di Quentin Tarantino, pesantemente rimaneggiata, Oliver Stone trasse uno dei film più violenti mai fatti. Assassini nati - Natural Born Killers è però talmente ironico e sopra le righe, nel raccontare la love story tra due assassini seriali (Woody Harrelson e Juliette Lewis) senza remore morali, da diventare apertamente una satira sull'influenza dei media nella nostra percezione del mondo. Solo che all'epoca non tutti lo capirono, e il film venne anche citato in giudizio per aver "ispirato" dei veri omicidi. La causa fu infine chiusa, ma ancora oggi il film è un bersaglio prediletto per chi si batte contro la diffusione delle armi e le conseguenti tragedie che avvengono in USA.

United 93 (2006)
Diretto dal regista della saga di Bourne, Paul Greengrass, United 93 ricostruisce ciò che accadde a bordo dell'omonimo volo dirottato durante l'11 settembre 2001, dove i passeggeri lottarono strenuamente contro i terroristi per riottenere il controllo dell'aereo. Prima dell'uscita, dato che era passato davvero poco dai fatti reali, il progetto fu attaccato per la mancanza di scrupoli dimostrata da Hollywood nel voler sfruttare una tragedia così fresca per fare soldi. Ma in questo caso la qualità del film smorzò definitivamente le polemiche all'uscita dello stesso. United 93 fu persino lodato dalle famiglie dei sopravvissuti per come riusciva a trattare la materia senza essere offensivo, ma mostrando un enorme rispetto per gli eroi di quella terribile giornata.

The Interview (2014)
The Interview è una commedia satirica sguaiata e pensata principalmente per far ridere. Seth Rogen e James Franco non volevano certo fare una satira politica sottile della dittatura nordcoreana, ma ebbero comunque la sfortunata idea di non cambiare i nomi dei personaggi coinvolti, attirandosi addosso le ire del leader coreano Kim Jong-un. Il quale, si pensa, ordinò un devastante attacco hacker contro i server della Sony, che stese in piazza i panni sporchi della compagnia. Come risposta, Sony bloccò l'uscita del film nelle sale, ma incitata da Obama stesso infine ritrattò.