
Dieci film tra i più pericolosi mai realizzati

I film dalle lavorazioni più pericolose di sempre

Gli angeli dell'inferno (1930)
Howard Hughes, leggendario aviatore e produttore americano, diresse due soli film nella sua carriera. Gli angeli dell'inferno è uno di questi, e racconta l'epopea di un gruppo di piloti durante la prima guerra mondiale. Fu girato utilizzando una flotta privata di 87 aeroplani e gli stunt rischiosissimi voluti da Hughes costarono la vita a due piloti e un meccanico. Il film sforò il budget, i tempi di produzione e spinse gli stuntmen a una protesta per le ovvie condizioni precarie di sicurezza. Ciò spinse Hughes a effettuare di persona uno degli stunt più rischiosi: l'esperto pilota si schiantò con l'aereo e ne uscì con un forte trauma cranico e la faccia completamente tagliata.

La regina d'Africa (1951)
La lavorazione de La regina d'Africa, uno dei capolavori di John Huston, fu faticosa per le star e la troupe per via dell'acqua contaminata, le zanzare portatrici di malattie infettive, i coccodrilli e i serpenti forniti in abbondanza da Uganda e Congo, dove si svolsero le riprese. Katherine Hepburn necessitava di un secchio vicino in ogni momento, per poter vomitare tra un ciak e l'altro. Gli unici a non avere problemi furono Huston e Bogart (che vinse poi l'Oscar): “La mia dieta consisteva di fagioli, asparagi in scatola e Scotch. Ogni volta che una zanzara pungeva me o Huston, moriva”.

Il conquistatore (1956)
Ancora una volta Howard Hughes fu il produttore de Il conquistatore, biopic su Gengis Khan interpretato da John Wayne – una delle scelte di casting più ridicole della storia del cinema. Hughes, affetto da sindrome compulsivo-ossessiva, passò buona parte dei suoi ultimi anni di vita a rivedere continuamente il film dopo averne acquistato tutte le copie che era riuscito a trovare. Forse tormentato dal senso di colpa: le riprese si erano svolte nel deserto dello Utah, in una zona fortemente colpita dalle radiazioni di vicini test nucleari. Il governo aveva etichettato l'area come zona sicura, ma evidentemente fu un errore di calcolo: novanta membri del cast e della troupe, Wayne compreso, morirono di tumore negli anni seguenti.

Ben-Hur (1959)
La corsa delle bighe di Ben-Hur è una delle più grandi sequenze della storia del cinema. Fu anche pericolosissima: il regista William Wyler sperimentò una nuova camera-car per catapultare lo spettatore nel mezzo dell'azione. E non lesinò in stunt davvero rischiosi. In una scena, Judah Ben-Hur (Charlton Heston) si schianta contro un carro nel mezzo della pista e viene proiettato oltre la parte frontale della biga, per poi riprenderne miracolosamente il controllo. Lo stuntman Joen Canutt fu effettivamente proiettato tra il carro e i cavalli e dovette realmente riprendere il controllo del mezzo. Girano voci che, sin da allora, la MGM abbia coperto la morte di uno stuntman.

Assassinio sull'Eiger (1975)
Nel thriller Assassinio sull'Eiger, Clint Eastwood (anche regista) interpreta un killer ingaggiato per uccidere un uomo in alta montagna. In una scena, vediamo il suo personaggio appeso nel vuoto: si tratta davvero di Eastwood, che, per far sì che il pubblico lo vedesse davvero, si appese a un cavo e istruì l'operatore di avvicinarsi lentamente al suo volto con una zoomata. Più avanti nel corso della lavorazione, un grosso masso si staccò da una parete e travolse gli stuntmen durante un ciak, uccidendone uno. Eastwood fu sul punto di cancellare le riprese, ma i colleghi del defunto Dave Knowles lo esortarono a proseguire proprio per onorare il sacrificio di quest'ultimo.

Apocalypse Now (1979)
Le riprese di Apocalypse Now sono talmente famose da aver ispirato anche un documentario, Hearts of Darkness. Durante la lavorazione ne capitarono di tutti i colori: Martin Sheen, chiamato a sostituire Harvey Keitel, stava affrontando un problema di alcolismo e Francis Ford Coppola lo costrinse a bere e gli sbraitava costantemente contro per far affiorare il suo lato oscuro. L'attore, a un certo punto, fu colpito da infarto ma tornò per completare le riprese. Il set delle Filippine fu colpito da tempeste tropicali, gli attori da malattie tropicali. Coppola perse più di quaranta chili e le droghe abbondavano sempre sul set: uno degli attori, Sam Bottoms, spese l'intera lavorazione sotto effetto di LSD. Dennis Hopper beveva come un pazzo e aveva sempre la coca a portata. Alla fine dichiarò: “Chiedete a chiunque fosse lì con noi, ci sentivamo tutti come se avessimo combattuto la guerra”.

Il grande ruggito (1981)
Il grande ruggito è probabilmente il film più pericoloso mai realizzato. Fu concepito da Tippi Hedren e suo marito, il produttore (e qui regista) Noel Marshall. I due Marshall concepì l'idea di una famiglia che viene attaccata da animali feroci durante un soggiorno in Africa e, per girarla, i due pensarono bene di comprare un ranch e di allevarci un piccolo esercito di animali feroci: tigri, leoni, leopardi e ghepardi. Durante le riprese, molte delle persone coinvolte riportarono ferite più o meno gravi: la Hedren fu morsa alla testa da un leone, Marshall fu morso talmente tante volte che fu colpito da cancrena. Persino Melanie Griffith, la figlia della Hedren allora diciassettenne (coinvolta nelle riprese insieme ai due figli di Marshall) rischiò grosso: per poco non perse un occhio dopo un attacco. Il direttore della fotografia Jan de Bont (futuro regista di Speed) quasi perse l'intero scalpo per la zampata di un leone, che gli costò più di duecento punti di sutura in testa.

Ai confini della realtà (1983)
Il film di Ai confini della realtà è purtroppo famoso per uno dei più gravi incidenti mai avvenuti su un set americano. L'attore Vic Morrow e due attori bambini di sei e sette anni furono uccisi a causa dello schianto di un elicottero, dovuto a un'esplosione programmata in maniera erronea nel corso dell'ultimo giorno di riprese. L'elicottero schiacciò uno dei bambini e decapitò l'altro e Morrow. Il regista John Landis, il pilota dell'elicottero e il tecnico degli effetti speciali, vennero indagati ma assolti dall'accusa di omicidio involontario. La scena dell'elicottero fu ovviamente tagliata dal film.

Waterworld (1995)
Noto per essere uno dei più vistosi flop di tutti i tempi e l'inizio del declino di Kevin Costner, Waterworld fu anche un film dalla lavorazione estremamente pericolosa. Girato ovviamente tutto sull'acqua (perché ambientato in un futuro in cui gli oceani hanno coperto le terre emerse), fu quasi letale per le attrici Jeanne Tripplehorn e Tina Majorino, che dovettero essere salvate dai sommozzatori dopo un naufragio. Costner restò appeso per più di mezzora a dodici metri d'altezza per eseguire uno stunt, e fu ripetutamente frustato da venti fortissimi e acqua marina. Un set molto costoso si inabissò e un sommozzatore quasi perse la vita nel recupero. Un altro stuntman, il surfista Bill Hamilton, fu ritrovato in mezzo al mare dopo che si erano perse le sue tracce: si stava recando sul set a bordo di una moto d'acqua e fu tratto in salvo da un elicottero.

I mercenari 3 (2014)
Vista l'età degli attori coinvolti, stupisce che non ci siano stati incidenti gravissimi sui set della trilogia di Expendables. Certo, I mercenari 3 può ambire alla vetta: non solo Stallone si fece male dopo una brutta caduta e dovette farsi impiantare una placca di metallo nella schiena. Non solo Antonio Banderas si ferì alla gamba durante il suo primissimo ciak. Ma Jason Statham (che anziano non è) per poco non ci rimase secco guidando un camion dentro il Mar Nero. Terry Crews ricorda l'accaduto, spiegando che Statham avrebbe dovuto fermarsi e far salire lui e i colleghi, ma il camion semplicemente tirò dritto oltre il molo. Statham, dopo un breve attimo di panico, reagì prontamente e uscì sano e salvo dal veicolo che si inabissava. “Lasciate che vi dica una cosa – ammette Crews – Jason Statham è un vero duro”.

Resident Evil: The Final Chapter (2016)
Sul set dell'ultimo episodio di Resident Evil, la stuntwoman Olivia Jackson è sopravvissuta per miracolo a uno schianto potenzialmente letale. Durante uno stunt motociclistico, una macchina da presa non si spostò al momento giusto facendola schiantare. La pelle le si staccò dal viso e un'arteria del collo si tagliò. La Jackson si ruppe inoltre una spalla, una clavicola, costole, vertebre e un polmone collassò. Fu messa in coma farmacologico per trattare le ferite. Due mesi dopo, lo stuntman Ricardo Cornelius morì quando il suo Humvee scivolò da una piattaforma rotante e lo schiacciò contro un muro.