
Dieci colpi di scena che hanno rovinato un film

Planet of the Apes – Il pianeta delle scimmie (2001)
Scream 3 (2000)
Il bello della saga di Scream era la sua intenzione di mettere alla berlina i cliché del cinema horror. Il finale di Scream 3 fa così ancora più male, perché “salta lo squalo” in un modo che ricorda da vicino proprio quegli assurdi cliché che la serie voleva non solo evitare, ma perculare. Che il killer sia il fratellastro segreto di Sidney (Neve Campbell) è qualcosa di fin troppo assurdo ed elaborato.

Alta tensione (2003)
Il trucco di cambiare la prospettiva su un personaggio viene portato al suo zenith da Alexandre Aja nel per il resto ottimo Alta tensione, in un finale che ne smorza l'impatto. La protagonista è l'assassina, ma non lo sapeva perché ha una doppia personalità di cui non è al corrente. La rivelazione mette in discussione una serie di svolte e scelte di regia, e ce ne si accorge rivedendo il film con la consapevolezza del finale.

Secret Window (2004)
Ancora una doppia personalità, stavolta quella di Johnny Depp, scrittore ritiratosi in una baita per finire il suo romanzo (se vi ricorda qualcosa è perché, come Misery non deve morire, Secret Window è tratto da Stephen King). La doppia personalità prende la forma di John Turturro, scrittore che accusa il collega di avergli rubato un'idea. Il problema è che, nella realtà, chi soffre di disturbo dissociativo dell'identità ne soffre da sempre. Qui invece si suggerisce l'idea che la nuova personalità si manifesti all'improvviso, giusto in tempo per dare una scusa agli eventi del film. Troppo comodo.

The Village (2004)
Dopo Il sesto senso e Unbreakable, Shyamalan è rimasto imprigionato nell'assurda aspettativa che ogni singolo film da lui realizzato avrebbe dovuto terminare con un twist narrativo. La cosa ha cominciato a tirare la corda già in Signs, ma è in The Village che Shyamalan ha iniziato davvero a fare fatica. In sé, l'idea che la storia non sia ambientata in un villaggio di coloni nel 1897 ma ai giorni nostri, all'interno di una comunità che simula la vita come era un tempo, sarebbe anche bella. Ma Shyamalan la incolla in maniera artificiosa a un thriller che, fino a un certo punto, è di ottima fattura. Poi tira il freno a mano e punta tutto sul “big reveal”, perdendone in suspense e credibilità.

The Forgotten (2004)
Julianne Moore è una madre che, dopo la tragica scomparsa del figlio, scopre che la sua esistenza è stata cancellata dalla memoria di tutti. La premessa di The Forgotten è quella di un ottimo thriller cospirazionista, che però viene rovinato da una rivelazione che sposta il film nel reame della fantascienza: a cancellare l'esistenza del bambino sono stati gli alieni, dopo averlo rapito. Un deus ex machina che elimina ogni residua traccia di suspense e interesse dalla storia.

Remember Me (2010)
Il finale di Remember Me è uno dei più vituperati della storia del cinema. Robert Pattinson interpreta un giovane problematico che inizia a ricucire le ferite del suo passato grazie all'amore di una ragazza (Emilie de Ravin). Ma quella che si configura come una storia d'amore tenera e delicata si trasforma in una delle peggiori manipolazioni del pubblico mai viste, quando scopriamo che gli eventi si svolgono nel 2001... e nel finale Pattinson si ritrova nel World Trade Center l'11 settembre.

Le belve (2012)
Non si capisce davvero perché Oliver Stone abbia preso una decisione così bizzarra al termine de Le belve, quando i protagonisti, due coltivatori di marijuana, muoiono lottando contro i cartelli messicani... salvo poi tornare in vita quando si scopre che tutta quella carneficina era stata sognata da Blake Lively. Alla fine, lei e i suoi due amanti, Aaron Taylor-Johnson e Taylor Kitsch, se ne vanno incolumi, felici e contenti.

Into Darkness – Star Trek (2013)
Era davvero così necessario includere Khan, il cattivo più iconico della saga di Star Trek, in Star Trek Into Darkness? Forse no. Certo, Benedict Cumberbatch fa del suo meglio, ma la rivelazione della vera identità del cattivo non aggiunge nulla alla storia, anzi. È puro fan service, al punto da condurre dritta dritta a un finale che fa esattamente quello che non doveva fare: scimmiottare in maniera blanda l'epocale conclusione di Star Trek II – L'ira di Khan.

007 Spectre (2015)
Lasciamo perdere il fatto che, come nel caso di Star Trek, anche qui ci hanno fatto credere per mesi che Christoph Waltz non avrebbe interpretato la nemesi storica di Bond, Blofeld, salvo poi rivelarlo con ben poca sorpresa nel film. Il guaio vero di Spectre è che hanno trasformato Blofeld nel fratellastro perduto di Bond (come in Scream 3) e si sono inventati che, guarda caso, aveva architettato tutti gli eventi dei tre film precedenti. Un po' troppo stiracchiata come cosa. E oltretutto Blofeld non ha bisogno di legami di sangue per essere un cattivo memorabile.