
9 settimane e mezzo, i trent'anni del cult erotico con Kim Basinger e Mickey Rourke

I trent'anni di 9 settimane e mezzo
Kim Basinger e Mickey Rourke coppia bollente del grande schermo.
Trent'anni prima di Cinquanta sfumature di grigio la generazione dell'epoca è stata "sconvolta" al cinema da 9 settimane e mezzo. Al posto di Christian Grey e Anastasia Steele c'erano John Gray ed Elizabeth Mcgraw, lui un uomo d'affari di Wall Street e lei una gallerista di Soho.
Il titolo del film si riferisce alla durata di questa storia, un periodo in cui John propone a Elizabeth una serie di giochi erotici, finendo per avere totalmente controllo su di lei. E piano piano facendola sprofondare in una crisi.
Il film è tratto dalla vera storia di Elizabeth McNeill pubblicata nella sua autobiografia. A differenza del libro, il film di Adrian Lyne è meno disturbante e punta più sull'erotismo, dove invece la scrittrice sottolineava un vero e proprio abuso sessuale vissuto in uno stato di prigionia.
Trent'anni dopo, 9 settimane e mezzo è ancora un cult del cinema erotico. Interpretato da due attori all'apice del loro fascino e diretto da un regista che era in grado di scandalizzare come pochi (avrebbe poi diretto anche Attrazione fatale e Proposta indecente).
Il film usciva negli USA il 20 febbraio del 1986, vi raccontiamo oggi i segreti del set alternando scatti erotici a quello che è successo davvero dietro le quinte. E cioè la crisi vissuta in pieno da Kim Basinger, diventata un tutt'uno con il suo personaggio.
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I problemi tra i due protagonisti

Kim Basinger a trentatré anni
Aveva trentatré anni Kim Basinger quando 9 settimane e mezzo è uscito nelle sale. Sin dall'inizio dalla prima fase della produzione l'attrice ha avuto non pochi problemi a relazionarsi con il regista Adrian Lyne e il collega Mickey Rourke. Addirittura sin dal provino, dove pare che le sia stato chiesto di recitare come se fosse una prostituta e convincere il protagonista a darle dei soldi.
La Basinger è uscita da quella stanza in lacrime. Si era sentita umiliata: "E' stato come vivere un terremoto nella mia vita" - avrebbe poi detto. Una volta tornata a casa però aveva trovato due dozzine di rose in casa. E un biglietto scritto da Lyne e da Rourke. In quel momento aveva deciso che avrebbe fatto il film.

Mickey Rourke a trentaquattro anni
Aveva trentaquattro anni Mickey Rourke quando 9 settimane e mezzo è uscito nelle sale. Il film, girato all'indomani de L'anno del dragone di Cimino, rappresenta l'apice del successo di Rourke. Un periodo proseguito fino all'inizio degli anni Novanta. Tra i film che ricordiamo di quell'epoca ci sono anche Angel Heart - Ascensore per l'inferno, Francesco di Liliana Cavani e Ore disperate.
Nel 1989 ha interpretato un altro film scandalo, Orchidea selvaggia, diretto da Zalman King, già sceneggiatore di 9 settimane e mezzo.

I problemi di Kim Basinger sul set
Sul set la Basinger è stata totalmente manipolata da Adrian Lyne. Il regista voleva delle reazioni naturali da parte dell'attrice e per questo tendeva a isolarla durante le riprese.
Da una parte la Basinger rimaneva sola con il suo personaggio, dall'altra Lyne dava sempre invece indicazioni a Rourke. La cosa scuoteva emotivamente l'attrice.
Il regista non aveva permesso agli attori di passare del tempo insieme fuori dal set. Prima dei ciak si avvicinava alla Basinger raccontandole frottole su come Rourke avesse parlato male di lei il giorno prima.
Tutto per il bene della performance: l'intenzione di Lyne era manipolare lo stato d'animo della sua attrice. Anche per questo, 9 settimane e mezzo e stato girato in ordine cronologico, una mossa insolita per una grande produzione. La cosa però ha funzionato dato che sullo schermo vediamo la discesa del personaggio della Basinger da uno stato di entusiasmo a momenti molto oscuri.

Il regista: "Kim non recita. Kim reagisce"
Il BDSM all'epoca di 9 settimane e mezzo.
"Lei non sta recitando. Reagisce ad ogni scena" - questo il commento di Adrian Lyne a proposito della performance veritiera di Kim Basinger.
Tra gli altri trucchi usati dal regista sul set c'era anche quello di alzare la voce contro la sua attrice se gli serviva una scena in cui il personaggio doveva essere arrabbiato. Se invece voleva tirare fuori il suo lato dolce, allora Lyne chiedeva a Rourke di essere amichevole con l'attrice tra un ciak e l'altro.
Lyne è spesso arrivato al cinema accompagnato da polemiche e scandali. Tra i suoi altri film ricordiamo Attrazione fatale, Proposta indecente, il remake di Lolita e L'amore infedele - Unfaithful. Quattro film che ruotano tutti attorno al sesso e al suo lato oscuro.

La scena più dura da girare
Ironia della sorte, la scena in questione è stata tagliata al montaggio finale.

Lo spogliarello di Kim Basinger
Una delle scene più celebri della storia del cinema. Lo spogliarello di Kim Basinger sulle note di "You Can Leave Your Hat On" cantata da Joe Cocker. Il brano realizzato da Randy Newman è stato arrangiato per un'altra celebre scena di striptease, quella finale dell'esilarante Full Monty. Quella volta è stata cantata da Tom Jones.

Kim Basinger: "Sono orgogliosa di aver fatto il film"
Dopo che il film è uscito in sala, la Basinger ha perdonato il suo regista, affermando di aver preso parte al film migliore della sua carriera. Ha detto l'attrice: "E' stato devastante a livello emotivo, ma anche il ruolo più emozionante che un'attrice possa sognare. Sono felice che le riprese siano finite, ma sono fiera di averne preso parte".

Kathleen Turner, Demi Moore e le altre attrici considerate per il ruolo
Rourke e la Basinger immortalati sul set del film.
Per il ruolo di Elizabeth la produzione aveva inizialmente contattato Kathleen Turner che però aveva rifiutato. Tra le attrici considerate ricordiamo anche Sigourney Weaver, Andie MacDowell, Demi Moore e Isabella Rossellini.

La critica USA: "Personaggi più reali rispetto a tanti altri film erotici"
Uno scatto erotico dei due protagonisti.
9 settimane e mezzo ha ottenuto l'approvazione di critici di punta come Roger Ebert che all'epoca assegnò al film tre stellette e mezzo su quattro. "Tanto del successo del film è dovuto a come Rourke e la Basinger riescano ad essere convincenti con i loro personaggi in questa relazione" - ha scritto il guru della critica cinematografica USA, sostenendo che a differenza di tanti altri film erotici dell'epoca, 9 settimane e mezzo aveva personaggi più reali e umani.

Mickey Rourke in versione Sex symbol
Rourke, sex symbol nel 1986.

I protagonisti di nuovo insieme nel 2009
Mickey Rourke e Kim Basinger si sono ritrovati nel 2009 alla première di The Informers, film corale in cui interpretano due ruoli. Gli attori sono tornati a lavorare insieme anche nel 2012 sul set del thriller Black November.

L'Oscar con L.A. Confidential
Nel 1998 Kim Basinger ha vinto un Oscar come migliore attrice non protagonista per la sua prova eccellente nel noir L.A. Confidential dove la vediamo nei panni di una prostituta il cui look è molto simile a quello dell'attrice Veronica Lake.

Kim Basinger oggi
Kim Basinger ha compiuto sessantadue anni l'8 dicembre scorso. Nella foto la vediamo in uno dei suoi ruoli recenti, pronta a far innamorare Stallone e De Niro, rivali nella commedia Il grande match (2013).

The Wrestler, l'ultimo grande ruolo di Mickey Rourke (2008)
Mickey Rourke ha sfiorato l'Oscar nel 2009 con The Wrestler, forse il più bel film di Darren Aronofsky che ha trionfato a Venezia vincendo il Leone d'oro nel 2008. Agli Oscar Rourke è stato sconfitto da Sean Penn, vincitore con Milk.
The Wrestler ha rilanciato la carriera dell'attore. Poco dopo è stato ingaggiato dalla Marvel come cattivo nel brutto Iron Man 2.

La trasformazione di Mickey Rourke: l'attore oggi
Mickey Rourke ha compiuto sessantatre anni il 16 dicembre scorso. Ecco l'attore in un paio di scatti. A sinistra un paio d'anni fa e a destra qualche mese fa, irriconoscibile.

Il brutto sequel di 9 settimane e mezzo
Nel 1997 il film ha anche avuto un (orribile) sequel che sconfina nel trash puro. S'intitola 9 settimane e mezzo la conclusione: Rourke ha ripreso il ruolo di John, al suo fianco invece della Basinger c'era la rossa Angie Everhart, allora lanciata come nuovo sex symbol.