
10 film rovinati da un brutto finale

10 film rovinati da un brutto finale
Il finale è la cosa più difficile da azzeccare in un film. Non sempre riesce come dovrebbe e a volte lascia gli spettatori basiti per come, in pochi minuti, si sia riusciti a mandare gambe all'aria un intero film. Ecco, dunque, i casi più eclatanti di brutti finali che hanno (quasi) rovinato i loro film.
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Superman (1978)
Rivisto oggi, il Superman di Richard Donner è ancora uno di più grandi adattamenti di fumetti di sempre, ode insuperata al più celebre supereroe di tutti i tempi. C'è solo un piccolo problema: quel finale in cui, dopo aver assistito impotente alla morte di Lois Lane, un furioso Superman inizia a girare vorticosamente intorno alla Terra... riportando indietro il tempo e salvando così l'amata. Una conclusione che si lascia indietro la carcassa della sua pur minima sospensione dell'incredulità, per come si allontana da qualsiasi plausibile legge fisica. Perché come si fa a volerci convincere che, se la Terra gira in senso opposto, il tempo torna indietro? Pare giusto una trovata da cartoni animati della domenica mattina...

Signs (2002)
Al suo quinto film, ma terzo dell'era post-Sesto senso, M. Night Shyamalan era già schiavo di se stesso. La trovata del colpo di scena finale ormai era un suo marchio di fabbrica che il regista tentava di rispettare quasi fosse un cartellino da timbrare. Il caso di Signs è eclatante: un film dotato di grande suspense fu distrutto da un finale che tentava di collegare in modo maldestro una serie di indizi, dando un significato religioso al destino e alla vita umana. In più, Shyamalan ebbe due pessime idee: mostrare gli alieni - togliendo quindi l'alone di mistero alla minaccia - e fare dell'acqua il loro punto debole. Davvero dei geni, questi razziatori spaziali, ad attaccare un pianeta composto per il 70% dalla sostanza per loro più velenosa.

Saw - L'enigmista (2004)
Il serial killer... era il tizio morto sul pavimento... che in realtà non era morto... e si rialza alla fine. Come no. Saw - L'enigmista costruisce anche un'ottima tensione morbosa ma finisce con un twist narrativo che risulta solo ridicolo.

La guerra dei mondi (2005)
Un film minore di Spielberg ma pur sempre un gustoso omaggio alla fantascienza classica, La guerra dei mondi riesce a costruire una tensione invidiabile, fa davvero paura nella scena in cui Tom Cruise è costretto a far fuori Tim Robbins e mostra un lato di Spielberg decisamente meno umanista e più individualista, con alieni che, per la prima volta nel suo cinema, sono spietati invasori e non teneri esseri che cercando la pace con l'umanità. Ecco perché il finale, in cui Cruise si ricongiunge col figlio che tutti credevamo morto, è una dose di melassa totalmente fuori posto.

Io sono leggenda (2007)
Terzo adattamento del seminale romanzo omonimo di Richard Matheson, Io sono leggenda si prende più di una libertà ma tocca l'apice in un finale che stravolge il senso stesso del libro: Robert Neville (Will Smith) si sacrifica facendosi saltare in aria - e portando con sé un sacco di mutati - per permettere a due sopravvissuti di scappare con la cura. Il libro invece sosteneva che fosse proprio Neville, ormai, a essere fuori posto in un nuovo mondo a lui estraneo. Questo concetto è mantenuto nel decisamente migliore finale originale - cassato dallo Studio ma reperibile sul DVD - in cui Robert si scusa con le sue cavie, le lascia andare e se ne va da New York.

Sunshine (2007)
Per due terzi di Sunshine, sembra di trovarsi di fronte a un'opera di fantascienza capace di non sfigurare davanti ad Alien. Danny Boyle mantiene alta tensione e claustrofobia, raccontando un viaggio plausibilissimo verso un sole morente, con lo scopo di riaccenderne le reazioni nucleari. Poi arriva un terzo atto che manda tutto a quel paese in favore di un tono da slasher di quart'ordine, che rovina tutta la credibilità costruita fino a quel punto.

Il cavaliere oscuro (2008)
Tutti bravi a sparlare de Il cavaliere oscuro - Il ritorno, ma siamo sicuri che nessuno, all'uscita dalle sale dopo aver visto Il cavaliere oscuro, abbia avuto il coraggio di ammettere una verità palese: per quanto un film riuscito, il secondo Batman di Nolan scade in un finale frettoloso, nel quale il regista infila a forza Due Facce, sacrificandone la portata e le implicazioni pur di chiudere l'arco narrativo di Harvey Dent. Il bello è che lo stesso Nolan ha ammesso di averlo inserito perché non era sicuro che avrebbe diretto un terzo film e aveva preferito usare tutto il materiale a disposizione in un film solo. Peccato.

Remember Me (2010)
Uno dei finali più detestati della storia del cinema. Remember Me per tre quarti è una delicata storia d'amore che racconta il ritorno alla vita di un ragazzo (Robert Pattinson) segnato dal suicidio del fratello. Poi, quando tutto sembra andare per il verso giusto, la botta finale: Pattinson va a trovare papà Pierce Brosnan nel suo ufficio, forse un primo passo verso un ricongiungimento famigliare... peccato che l'ufficio sia nella torre nord del World Trade Center. E che sia l'11 settembre 2001. L'America ha reagito malissimo, e a ragione: sfruttare una tragedia nazionale per un finale strappalacrime è davvero una mossa meschina.

Le belve (2012)
Il finale de Le belve è un caso abbastanza famoso di dietrofront imbarazzante. Oliver Stone cambia la conclusione del romanzo di Don Winslow, in cui due dei tre protagonisti vanno in overdose volontariamente per morire insieme, e ci attacca con lo sputo un lieto fine in cui rivela che l'overdose era solo un incubo di Ophelia (Blake Lively), che riesce invece a scappare con Taylor Kitsch e Aaron Taylor-Johnson e alla fine vive insieme a loro in una casetta sulla spiaggia in Indonesia. Troppo comodo!

Birdman (2014)
Birdman di Inarritu ha trionfato agli scorsi Oscar (4 statuette), ed effettivamente ha svariati meriti, sia tecnici, che di scrittura, che di recitazione (Michael Keaton su tutti). Poi arriva quel finale, che sceglie la strada fin troppo facile del colpo di coda surreale, praticamente negando l'assunto del film, ovvero che il protagonista fosse uno schizofrenico in preda a visioni. Molti l'hanno interpretata come una trovata geniale e spiazzante, quando in realtà sembra più uno sketch pensato in fretta e furia da un Inarritu incapace di trovare un finale soddisfacente.