
Valeria Solarino perché spera nello scandalo, quando la maggior parte degli attori o registi cercano di evitarlo?
Troppi preconcetti, molta ignoranza: quando si parla di amore fra donne scattano in automatico. Per esempio non ci hanno permesso di girare una scena nella chiesa del paese, perché la ritenevano non in linea con il credo e quindi svilente per gli ecclesiasti.
Come si è preparata per questo doppio ruolo di donna e uomo innamorata di una donna?
Ho tagliato i capelli, ho studiato la camminata e come occupare lo spazio scenico. Per due mesi e mezzo ho amato Sara, sentivo di essermene innamorata profondamente: provavo quella pulsione e il giorno che è finito il film mi sono ritrovata persa. Che ci faccio ora io con i capelli così? Che è successo in queste settimane? Una esperienza davvero intensa.

La sua più grande difficoltà nel girare questo film?
Sicuramente uno dei passaggi più difficili è stata la trasformazione in Angelo, quando la famiglia la obbliga a fingersi uomo. Allora il diktat era: puoi fare quello che vuoi, ma l’apparenza deve rimanere intatta. Per tre volte è stata rimessa mano alla sceneggiatura, c’è voluto coraggio a fare il film da un libro così forte. Ne sono molto orgogliosa.
"Viola di Mare" passerà venerdì 16 ottobre alle ore 22.00 presso la Sala Sinopoli dell’Auditorium nella sezione In Concorso al Festival Internazionale del Film di Roma. Il film sarà nelle sale a partire sempre dal 16 ottobre distribuito da Medusa.