

NOTIZIE
"The pledge"
L'ultimo lavoro di Sean Penn, è un thriller che ha ben impressionato, rispettando i pronostici, sia critica che pubblico

17.05.2001 - Autore: Alessandro La Rocca - Filmaker-s magazine
Presentato martedì al Festival, \"The Pledge\", l\'ultimo lavoro di Sean Penn, è un thriller che ha ben impressionato, rispettando i pronostici, sia critica che pubblico. Facile intuire che, a contribuire al successo della pellicola, ci sia uno straordinario Jack Nicholson per il quale, oramai, gli elogi non bastano più.
IL FILM
La giornata di martedì ha accolto, sulla Croisette, un film cupo e tenero che racconta comè difficile rassegnarsi ad uscire di scena per gli uomini giusti sconfitti dal destino, soprattutto se hanno un cuore grande e ostinato. \"The Pledge\", infatti, è la storia (maculata da grandi cammei, da Vanessa Redgrave a Benicio del Toro) di un uomo in guerra contro il male, ossessionato dallonore e dalla promessa fatta alla mamma di una bambina seviziata e uccisa che, a dispetto delle apparenze e della sfiducia dei suoi (ex) colleghi, porta avanti il suo (giusto) teorema rischiando tutto: e si troverà davanti il caso, a dargli ingiustamente torto.
Il commento
Il regista, il burbero quarantenne Sean Penn (ha firmato anche \"The Indian Runner\" e \"The Crossing Guard\"), è una delle poche star dello schermo che dietro la macchina da presa non va a compensare il complesso di castrazione dellattore (come la \"bergmaniana\" Liv Ullman, Presidente della giuria), ma a dare corpo a solide, visionarie idee registiche. E, cosa molto più che rara per un divo hollywoodiano alle prese nientemeno che con un thriller, senza mai strafare: con una sobrietà e una compiutezza che lasciano ammirati. Per il protagonista Jack Nicholson, invece, bisognerebbe coniare nuovi aggettivi e nuovi premi: la sua interpretazione nelle ingrassate fattezze del poliziotto in età pensionabile Jerry Black, non è che una dolce, prevedibile conferma, che il duetto con la moglie del regista Robin Wright rende ancor più straordinaria.
In sintesi
Film ben fatto e ammirevole per sobrietà e compiutezza. Applausi a Penn ma standing ovation per Nicholson che, invecchiando, migliora come le più rinomate bottiglie di vino rosso.