Il Grande Fratello come non lo avete mai visto prima. Effetti collaterali inclusi…
Se “Gomorra” era "un film di guerra ambientato a cento chilometri da Roma", “Reality” - presentato in Concorso a Cannes - è un “horror sociale” che cattura con ironia tagliente il dramma di una nazione anestetizzata dalla televisione e infettata dalla videocrazia. La notorietà e il voler apparire come sogno massimo di vita e unica scappatoia dalla crisi.

Reality: la clip "lo scherzo telefonico"
Nel descrivere la vicenda di un padre di famiglia napoletano che perde letteralmente la brocca nel momento in cui viene spinto a partecipare alle selezioni per il Grande Fratello, Garrone riecheggia un po’ quel bellissimo film che era “Re per una notte” di Martin Scorsese. E il suo talento nel trovare attori perfetti per incarnare la famiglia napoletana è quanto mai impeccabile. Un lavoro accuratissimo per ogni singolo volto, fino a un protagonista immenso - interpretato da Aniello Arena – che accompagnamo fino agli abissi della follia.
Il delirante mondo del grande fratello, tanto immortalato e osannato nel nostro Paese, viene fuori sia nelle riprese delle chilometriche file per i provini che in quelle all’interno della famosa casa in cui viene celebrato il “fancazzismo” totale come definitivo requiem culturale.

Il film è girato magnificamente, con diversi piani sequenza – su tutti la bellissima panoramica iniziale - e continui primi piani sul protagonista, quasi fosse costantemente spiato. Convince meno sul ritmo: Garrone non si lancia troppo, non rischia e procede finendo per ripetersi un paio di volte. Presto capiamo dove il film ci porterà e in che modo lo farà. Ciò non toglie spazio a sequenze ipnotiche e a un finale memorabile.
Prodotto da Domenico Procacci di Fandango, “Reality” uscirà in autunno distribuito da 01 Distribution.
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