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Onde

12 film e 11 corti

Torino Film Festival

24.11.2010 - Autore: La redazione
Lungometraggi

THE ARBOR di Clio Barnard (UK, 2010, DigiBeta, 90') per premio CULT™
La storia vera della commediografa inglese Andrea Dunbar, famosa per Rita, Sue and Bob Too (da cui Alan Clarke trasse l'omonimo film), morta alcolizzata nel 1990 a soli trentun anni. Tra documentario e teatro, un quadro biografico e sociale realizzato a partire dalle autentiche interviste a parenti e amici della donna, recitate in lip synch da veri attori.

 
BION di Toyoko Yamasaki (Japan, 2010, HDCam, 60')
Nella cittadina di Nara, una donna in visita alla madre che l’ha abbandonata e un falegname che vive isolato si trovano ai margini delle loro vite. Primo film (assieme a Last Chestnuts) del progetto “NARAtive” promosso da Naomi Kawase: un breve e intenso incontro di due solitudini, ispirato ai toni sospesi e sussurrati della regista giapponese.

BUTTERFLY L'ATTESA di Tonino De Bernardi (Italy, 2010, DigiBeta, 98')
La geisha pucciniana canta la sua attesa nella sospensione della campagna piemontese, tra vestizioni, fantasmi di ritorni e sdoppiamenti del cuore. Una rilettura di Puccini che dà corpo all'ossessione di un ritorno tra eterne partenze e illuse passioni. La vita brulica intorno e il cinema di De Bernardi se ne occupa con amore: perché, ovviamente, “un bel dì vedremo”...

L.A. ZOMBIE di Bruce LaBruce (Germany/USA/France, 2010, DigiBeta, 63')
Uno zombie approda a Los Angeles in cerca di amore e si accoppia con le vittime di una città che vomita violenza, penetrandone le ferite e riportandole in vita. Dall'artista simbolo della cultura gay, un canto postromantico che, nel sangue dell'horror e nel sesso del porno, supera l'immaginario all'epoca dell'Aids. Sullo schermo l'icona francese del porno gay François Sagat.

LUCKY LIFE di Lee Isaac Chung (USA, 2009, 35mm, 97')
Quattro amici si ritrovano in una casa sul mare per affiancare il viaggio terminale di uno di loro: tra attese, perdite, legami e dissoluzioni, un dramma poetico e lieve, ispirato ai versi di Gerald Stern. Un “grande freddo” sospeso sul tempo interiore e cantato sul corpo morto della vita: dedicato a una generazione che non attende più il futuro.

MESA STO DASOS / IN THE WOODS di Angelos Frantzis (Greece, 2010, 35mm, 97')
Un bosco, due ragazzi e una ragazza, la natura come limbo delle pulsioni sessuali che irrompono nel giovane corpo dei protagonisti, tra mistero, desiderio, paura... Un viaggio visionario negli archetipi della paura e della sensualità, girato con la funzione video di una fotocamera digitale.

MOUSSEM LES MORTS di Vincent Le Port, Jean-Baptiste Alazard (France, 2010, HDCam, 82')
Liberamente ispirato alle derive esistenziali dello Straniero di Camus, il saggio conclusivo di due giovani allievi della Fémis è un’opera dalla folgorante forza d'urto visionaria: la discesa agli inferi di un francese espatriato in Marocco, che, dopo aver ucciso un uomo per noia e per curiosità, intraprende con due compagni un viaggio nel cuore selvaggio del paese.

SECUESTRO Y MUERTE / ABDUCTION AND DEATH di Rafael Filippelli (Argentina, 2010, 35mm, 95')
Argentina, 1970. Un generale è rapito da un gruppo armato, rinchiuso in una casa di campagna e qui processato in nome del popolo. La ricostruzione del sequestro Aramburu da parte dei Montoneros dà vita a una sorta di Buongiorno, notte argentino, un teorema astratto sul destino di una nazione, costruito come un dramma psicologico ellittico e antispettacolare.

EL SOL / THE SUN di Ayar Blasco (Argentina, 2010, Beta SP, 75')
Che ne è del mondo vent’anni dopo l’apocalisse nucleare? Che avventure attendono due adolescenti disadattati di quel luogo un tempo chiamato Buenos Aires, tra creature mostruose e nuove regole sociali? Con un’animazione sporca e spigolosa, il geniale cartoonist Ayar Blasco crea una distopia colorata e sotto acido, condita di turpiloquio, humour nero e comicità grottesca.

TAULUKAUPPIAAT / THE PAINTING SELLERS di Juno Kuosmanen (Finland, 2010, 35mm, 59')
Il film vincitore della Cinéfondation di Cannes è la storia del legame indefinito tra un diciottenne, una pittrice malata di cancro e il patrigno del ragazzo, incaricato di vendere i quadri della donna. Un road movie raggelato nel freddo dell’inverno finlandese, girato con viva emozione e secchezza antiretorica da uno dei più talentuosi autori del giovane cinema europeo.

Cortometraggi e mediometraggi
THE ABOLITION OF WORK di canecapovolto (Italy, 2010, DVCAM, 12')
Osservare attentamente, decifrare, adeguarsi al testo: il collettivo catanese evoca la forza lavoro dello spettatore, traendo spunto dal testo omonimo dell'anarchico Bob Black. Tra found footage, immagini concettuali e suoni invasivi, con l'ausilio di Graham, the text-to-speech voice...

EA3 (3ÈME EXERCICE D'ADMIRATION: COCTEAU) di Vincent Dieutre (France, 2010, DigiBeta, 42')
L'infinito dramma di una separazione consumato nell'incolmabile vicinanza di una conversazione telefonica. Vincent Dieutre dedica il suo terzo “Esercizio d'ammirazione” alla Voce umana di Cocteau. In scena, la pulsione melodrammatica del grande Jacques Nolot prende il posto che, per Rossellini, fu della Magnani.

ÉLOGE DE LA RAISON di Waël Noureddine (France, 2009, DVD, 25')
“Amo la vita, per questo ho scelto la droga”: la lucida disperazione terminale di un filmmaker che sperimenta su di sé e sul cinema il proprio dissenso dalla vita.

LA FORÊT DES SONGES di Antoine Barraud (France, 2009, DVCam, 45')
Un appassionato ritratto del maestro Kohei Oguri (protagonista a Torino di una memorabile retrospettiva nel 2008), raggiunto da Antoine Barraud nella sua casa ai limiti di un bosco. La serenità animista del grande regista giapponese e la perenne ricerca del filmmaker francese per un ritratto in presa diretta tra cinema e vita, artista e messa in scena, uomo e natura.

LONG LIVE THE NEW FLESH di Nicolas Provost (Belgium, 2009, 35mm, 14')
La carne, il sangue, la mutazione, la materia immateriale dei pixel. Nel nome del motto cronenberghiano di Videodrome, Provost inventa una nuova dimensione concreta per l’immagine digitale, combinando e fondendo fra loro sequenze del New Horror con uno spirito audace e visionario.

LUMIKKO / THE LITTLE SNOW ANIMAL di Miia Tervo (Finland, 2009, DigiBeta, 19')
Una ragazzina disperata racconta alla radio la sua storia di emarginazione, mentre lo speaker cerca di rincuorarla. A partire da una vera telefonata, il film costruisce un mondo di dolcezza e fragilità tutte femminili, unendo con sensibilità pop sequenze documentarie e squarci d’animazione.

MADAME & LITTLE BOY di Magnus Bärtås (Sweden, 2009, DigiBeta, 28')
Nel 1978 la star sudcoreana Choi Eun-Hee fu rapita con l'ex marito regista Shin Sang-Ok e condotta in Corea del Nord per volere di Kim Il-sung e del suo erede Kim Jong-il. Il musicista Bonnie Prince Billy narra questa vicenda sospesa tra Godzilla, il suo clone nordcoreano Pulgasari e le armi atomiche.

LES MAISONS DE FEU di Antoine Barraud (France, 2009, DVCam, 15')
Il potere e la sovversione, il nemico come stimolo vitale, la militanza palestinese e il bando dagli Usa: in sala di montaggio di Caterpillar, Antoine Barraud incontra Kôji Wakamatsu e ne cattura lo spirito irrefrenabile. Seconda parte di una trilogia del filmmaker francese sul cinema nipponico.

MASKA dei Quay Brothers (Poland/UK, 2010, 35mm, 24')
La magia dell’animazione in stop motion dei Quay Brothers illumina un racconto di Stanis?aw Lem, l’autore di Solaris, ambientando in un futuro dai sinistri echi medievali la storia d’amore tra una macchina e un essere umano. Musiche del grande Krzysztof Penderecki.

MAYBE SIAM di Christoph Girardet e Matthias Müller (Germany, 2009, Betacam, 12')
Mueller e Girardet continuano a sviscerare il cinema attraverso l’uso del found footage, e riflettono sul tema della cecità. Tornano temi e figure di sempre (scale, porte, giradischi), il Perry Como di Fareway Place e il gioco decostruttivista tra buio e luce, suoni e silenzi.

TRIVIALITY di Sterling Ruby (USA, 2010, DVD, 9')
Solo, di fronte alla macchina da presa per nove impietosi minuti, l’attore porno Tom Colt si masturba cercando inutilmente di raggiungere l’orgasmo. Uno sconvolgente frammento di body art sull’imbarazzo come modalità di visione e una sfida alla resistenza e alla moralità dello spettatore.

TUUKRID VIHMAS / DIVERS IN THE RAIN di Olga e Priit Pärn (Estonia, 2009, Beta SP, 23')
Gli autori di La vita senza Gabriella Ferri (Onde 2009) tornano con un nuova animazione, virata all’assurdo e dedicata alle misteriose ragioni dell’amore. Lui è un palombaro, lei una dentista, non si vedono quasi mai, ma si sfiorano con baci destinati a disperdersi nella pioggia incessante.

VODOO di Sandro Aguilar (Portugal, 2010, 35mm, 31')
Un matrimonio finito, un corso per situazioni di emergenza, le visite mediche: come gestisce l'angoscia un assistente di volo quando è a terra, tra le nuvole della vita quotidiana? Sandro Aguilar (A zona) piazza il dolore delle figure nello spazio ed evoca i sentimenti nelle risonanze dell'ambiente.

Omaggio a Massimo Bacigalupo
Retrospettiva realizzata in collaborazione con Cineteca Nazionale e Università degli Studi di Udine - Corso di laurea DAMS, Laboratorio La Camera Ottica, Gorizia.

Programma 1. Dagli esordi a Un dittico e un intervento
LILAN (Italy, 1965, Beta SP, 11')
QUASI UNA TANGENTE (Italy, 1966, Beta SP, 37')
ARIEL LOQUITUR (Italy, 1967, DigiBeta, 50')
60 METRI PER IL 31 MARZO (Italy, 1968, Beta SP, 15')
VERSUS (Italy, 1968, DigiBeta,14')
HER (Italy, 1968, DigiBeta, 5')

Dai 18 ai 22 anni, Massimo Bacigalupo realizza 6 opere che rimangono quasi sospese tra due ere: la fine di un’adoloescenza in provincia (polarizzata dal cinema amatoriale a passo ridotto e illuminata dal passaggio in Italia della cometa dell’underground americano di Rice, Brackage, Anger), e la partenza per Roma, da cui nascerà l’esperienza della Cooperativa Cinema Indipendente.

Programma 2. Il ciclo Fiore d’Eringio
THE LAST SUMMER (Italy, 1969, DigiBeta, 30')
NÉ BOSCO (UNA CONVERSAZIONE) (Italy, 1970, DigiBeta, 15')
PAPHOS (Italy, 1970, Beta SP, 7')
MIGRAZIONE (Italy, 1970, DigiBeta, 60')
CODA (Italy, 1970, DigiBeta, 15')

La sospensione è fra due mondi. Realizzato intorno all’anno dei grandi viaggi (Pamir, Afghanistan) e dei ritorni (Rapallo, Roma), questo ciclo-autoritratto riscopre il limite sublime del colore (dell’8mm) e quello abissale della nostalgia (la madre, gli amici), unendo con grande equilibrio ritratti familiari, Kafka, la Bibbia, Bach, Cage, Stockhausen a musiche tibetane e medievali.

Programma 3. Fra Italia e America
WARMING UP (Italy, 1973, DigiBeta, 40')
INTO THE HOUSE (Italy, 1975, Beta SP, 20')
CARTOLINE DALL'AMERICA (Italy, 1975, DigiBeta, 25')

Il ciclo con cui Bacigalupo lascia il cinema, a 28 anni, quasi tutto girato durante soggiorni di studio negli Usa, tra East e West Coast, in 16mm. In un’atmosfera di sospensione temporale, assistiamo al distacco dalla galassia della famiglia/cinema (l’underground italiano, gli affetti) richiamati da un mondo nuovo (l’età adulta) fatto di nuovi amori (la letteratura) che lo trascinano lontano.

APPARIZIONI. DOCUMENTI E IMMAGINI DI MASSIMO BACIGALUPO

Mostra a cura di Giulio Bursi e Massimo Causo, con Dario Condemi, Mirco Santi, Gianandrea Sasso
GAM - Galleria civica d'arte moderna e contemporanea
Torino, 27 novembre - 5 dicembre
Dall'archivio di Massimo Bacigalupo, documenti, foto, oggetti, progetti, ritratti e film.
In collaborazione con Università degli Studi di Udine - Corso di laurea DAMS, Laboratorio La Camera Ottica, Gorizia, Film and Video Restoration, Home Movies - Archivio Nazionale del film di famiglia, Mediateca Regionale Ligure
FILM E PERSONE