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Movie Style: Emir Kusturica

Uno dei grandi ospiti della nuova edizione del Taormina Film Fest. "Maradona mi fa pensare a Marlon Brando, una volta usciti di scena non sanno come si fa a vivere": storia poco normale del cinema (e della vita).

Emir Kusturica

15.06.2010 - Autore: Ilaria Mainardi
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Si tratta di uno fra i massimi registi contemporanei
, cantore onirico dello smarrimento e della guerra, ma anche di una figura anomala del panorama culturale europeo, evanescente e strampalato come i suoi magnifici personaggi, sempre in bilico fra un “di qua” e un “di là” che non potremmo non ravvisare come un’eco della frontiera, dei confini contesi in un conflitto fratricida assurdo. Nativo di Sarajevo, ma di origine serba, Emir Kusturica, pluridecorato nei festival di mezzo mondo, conosce infatti molto bene la disgregazione politica e sociale della Jugoslavia post Tito e ce la racconta, a modo suo, creando patchwork di rara maestria strutturale, debitori di Shakespeare e di Buñuel.

Emir Kusturica al Festival di Cannes

Si spazia dunque dall’exploit di “Ti ricordi di Dolly Bell” , insignito a Venezia con il Leone d'oro per la migliore opera prima, al trionfo di “Underground”, costato quindici mesi di lavorazione ed accuse, per il regista, di posizioni filoserbe. Ed ancora, dal picaresco e bellissimo “Il tempo dei gitani” si arriva all’”americano” “Arizona Dream”, distribuito, in un primo tempo e con scarsa fortuna, con il titolo di “Il valzer del pesce freccia”, al quale spetta il merito, non trascurabile, di aver regalato a Johnny Depp una delle parti più poetiche della sua carriera e a Vincent Gallo una delle più esilaranti. E con il bellissimo attore di “Nemico pubblico”, il regista slavo girerà una sorta di biopic sulle gesta di Pancho Villa (alla maniera di Kusturica, si capisce!), basato su un romanzo di James Carlos Blake ed intitolato “Wild Roses, Tender Roses”. Per quanto ci riguarda, non vediamo l’ora di ammirare i risultati della già proficua collaborazione artistica fra i due!

Kusturica con Diego Armando Maradona a Cannes

Tuttavia, da uno che dichiara “ogni volta che giro un film, vorrei uccidermi perché non riesco mai a vedere la luce in fondo al tunnel”, non ci si può che aspettare qualche singolare diversivo alle fatiche cinematografiche. Ed infatti, mezzogiorno di fuoco a parte (qualcuno forse ricorderà la sfida che Kusturica lanciò al leader ultranazionalista serbo, Vojislav Seselj, che rifiutò di battersi solo per “non essere accusato dell’omicidio di un artista”…), il regista si/ci intrattiene piacevolmente, suonando la chitarra elettrica nel gruppo tecno-rock tziganoNo Smoking Orchestra”.

Kusturica chitarrista della No Smoking Orchestra

Tutt’altro che disimpegnato o incline all’ipocrisia politicamente corretta, del suo martoriato Paese, diceva, ai tempi della Palma d’Oro per “Underground”: “La Jugoslavia è un Paese che ufficialmente non esiste più ma io lo amo più di ogni cosa al mondo. Mi sentirò sempre jugoslavo". Ed aggiungeva: “volevo mostrare come la mia gente ha vissuto l’epoca di Tito, convinta che sia stato un gran bel periodo. Ho cercato a lungo la fine più appropriata al mio racconto e quella che noi abbiamo girato corrisponde alla situazione odierna della Jugoslavia, agli avvenimenti di cui sono stato testimone".

Kusturica col Patriarca Ortodosso Kirill

Anche oggi, con le proprie radici riaffermate in virtù del battesimo da parte della Chiesa Ortodossa Serba, avvenuto nel maggio 2005, Emir Kusturica che non disdegna di muoversi davanti alla macchina da presa (“L’amore che non muore” di Patrice Leconte e “Viaggio segreto” del nostro Roberto Andò, solo per citare due delle sue svariate apparizioni in veste di attore), resta uno degli sguardi più apprezzati e disincantati  del panorama internazionale. E chissà se porterà con sé l’ironia surreale e fanciullesca, il realismo fantastico e la malinconica amarezza che da sempre caratterizzano i suoi lavori al TaorminaFilmFest, in programma dal 12 al 18 giugno, dove è chiamato a tenere una lezione di cinema insieme ad un altro monumento della settima arte, Robert De Niro.

Non ci resta che attendere, comunque vada, ne sentiremo delle belle…

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