Il cinema di Wong Kar Wai è
attraversato da un filo sottile, quasi impalpabile, eppure sempre presente. Nel
caso di quest’ultimo, vibrante “My Blueberry Nights” – primo film in lingua
inglese dell’autore – tale filo si fa più tangibile; la storia inizia infatti
dove finiva un altro dei suoi capolavori, “Hong Kong express” (Chung Hing sam
lam, 1994): i due protagonisti, divisi dal bancone di un ristorante, discorrono
di cose apparentemente futili, ma in realtà si dichiarano amore attraverso i
genti, le sensazioni, l’atmosfera che le loro parole e l’ambiente circostante
sprigionano.
Come sempre, la bellezza e l’importanza del cinema di Wong Kar Wai
non sta nella storia, ma nella messa in scena, che mai come in questo caso si
fa evocativa di sensazioni profonde senza essere esteticamente invasiva, come
ad esempio era successo con il comunque rilevante “2046” (id., 2004).
Dal canto suo poi il regista
dirige con amore un gruppo attori tutti in stato di grazia, a partire
dall’esordiente Norah Jones, capace di emozionare con un semplice guardo, od un
silenzio trattenuto. Accanto a lei, partecipi di una sequenza di storie e
dolori di cui la dolce Elizabeth (la Jones appunto) è protagonista, caratteristi
di spessore magnetico come Jude Law, David Strathairn, Natalie Portman e
soprattutto una Rachel Weisz mai fino ad ora così bella.
Il 60° festival di Cannes è stato aperto come meglio difficilmente si
sarebbe potuto: il malinconico “My Blueberry Nights” si presenta come una
sinfonia quasi perfetta di immagine, suono e movimento. L’eleganza di Wong Kar
Wai viene splendidamente rivelata da un film emozionante, preciso nel ritmo,
finemente cesellato nella sua confezione. Non ci sorprenderebbe affatto vedere
questo emozionante lavoro tra i favoriti per la vittoria finale, e con
indiscutibile merito.


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La suadenza di Wong Kar Wai apre Cannes
Il 60° festival di Cannes è stato aperto come meglio difficilmente si sarebbe potuto: il malinconico "My Blueberry Nights" si presenta come una sinfonia quasi perfetta di immagine, suono e movimento

01.06.2007 - Autore: Adriano Ercolani