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In memoria di me

Incentrato sul tema della crisi spirituale, il secondo film di Saverio Costanzo, in concorso al recente Festival di Berlino, ha il merito di aver aperto un discorso gravido di numerosi spunti di riflessione

In memoria di me

12.04.2007 - Autore: Eva Gaudenzi
     

Di fronte all’austera processione dei Padri Superiori sta l’urgenza di una crisi in atto. Ancor prima che religiosa, la crisi di Andrea è esistenziale: riuscirò mai a servire la volontà di qualcun'altro? Sarò in grado di rinunciare ad una parte di me?

      L'atmosfera che s'intende evocare è quella ‘spaziosa’ – a tratti incredibilmente vuota – della grande struttura ecclesiastica, riempita solo dalla musica classica (altra protagonista 'invadente' del film) e dai passi composti di un gruppo di giovani novizi. A lungo andare, la regia sembra indugiare un po' troppo sul tema dell’intrigo e del mistero, sviando l’attenzione verso qualcosa che poco ha a che fare con l'argomento trattato. Resta il merito di aver aperto un discorso gravido di numerosi spunti di riflessione: il senso vero della fede, la difficoltà di operare delle scelte, il punto di vista della chiesa cattolica, la libertà dell’uomo.
 
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