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I protagonisti di Berlino 53
Tra film di spessore, star di fama internazionale e autorevoli esponenti del mondo del cinema, il 53esimo Festival di Berlino si sta rivelando una manifestazione vincente e ricca di contenuti.

13.02.2003 - Autore: Claudia Panichi
Il Festival di Berlino sta avvicinandosi al suo punto cruciale, la serata di domenica prossima, notte in cui verranno decretati i vincitori della 53esima edizione della manifestazione cinematografica europea seconda solo al festival di Cannes.
Quest’anno la Berlinale ha vantato autorevoli presenze, tra attori e registi di fama internazionale.
Si stanno attendendo le ultime star che avranno il compito di chiudere l’evento il 16 febbraio con una serata di gala, mentre ieri sera Dustin Hoffman ha letteralmente incantato e divertito l’intero pubblico durante la conferenza stampa per presentare “Moonlight Mile”, in concorso a Berlino nella sezione collaterale Panorama.
Sarà Gangs of New York a far calare il sipario sugli oltre 300 film proiettati, di cui solo 21 in concorso. Sono attese tutte le star del kolossal di Scorsese: Leonardo Di Caprio, Daniel Day Lewis, Cameron Diaz e il regista stesso.
Vip a parte, ciò che ha differenziato Berlino 53 da ogni altra manifestazione è stata l’iniziativa di tenere per la prima volta un immenso workshop di cinema.
Centinaia di studenti sono arrivati da tutto il mondo dando vita al “Talent Campus”: 5 giorni di lezioni, discussioni e domande, dove gli appassionati giovani cinefili hanno potuto incontrare big del grande schermo e autorevoli maestri del cinema, letteratura e della musica.
E’ stato Wim Wenders ad aprire l’11 febbraio il workshop, dove il guru del cinema si è mescolato con gli studenti per aprire riflessioni e ascoltare le idee dei novelli registi del futuro. Ha presenziato con lui anche il grande Dennis Hopper, la firma dell’indimenticabile “Easy Ryder”.
Parteciperà in questi ultimi giorni agli incontri anche Alessandro Baricco.
Due le prove italiane all’interno dell’evento che hanno riscosso forti applausi di pubblico e critica: stiamo parlando della pellicola in concorso di Gabriele Salvetores “Io non ho paura” e dell’opera prima di Francesco Patierno “Pater Familias”.
Salvatores, unico italiano in concorso, ha presentato la storia di un bambino del sud che scopre un suo coetaneo nascosto in una profonda buca scavata nella terra, e del suo coraggio a sfidare il crimine di famiglia per salvarlo.
Un film che ha toccato il cuore e la coscienza degli spettatori in sala, giuria compresa. Sotto quel terribile e bollente sole del sud non si dipana solamente una storia di rapimento, ma si disvela soprattutto un mondo adulto visto dall’infanzia.
Presentato nella sezione Panorama destando scalpore è stato Pater Familias dell’esordiente napoletano Francesco Patierno.
Un film così duro e controtendenza che in Italia ha trovato solo porte chiuse, ma che alla Berlinale ha recuperato una nuova luce.
Dettaglia in una ragnatela di flash back le vite bruciate di un gruppo di adolescenti nell’hinterland più degradato di Napoli.
Con forza e sapienza rare in un esordio, il giovane Patierno si è ritagliato un giudizio di tutto rispetto nel festival.
Il nostro paese è stato quindi meritatamente rappresentato e, prima di giudicare il verdetto finale, attendiamo la notte di domenica 16.