
Un Michael Caine persino più bravo del solito è l’ex ufficiale di marina pluridecorato Harry Brown, un uomo ormai anziano e solo, che ne ha abbastanza di voltarsi dall’altra parte mentre tutto intorno a lui degenera nel più totale squallore. Apologia del supereroe, il vecchio “Dirty Harry” Brown è una sorta di Watchmen che nella realtà potrebbe benissimo esistere: un uomo che ha le “skills” per fare giustizia e che per giunta non ha niente da perdere, non gli importerebbe nemmeno di morire nell’esercizio delle sue funzioni. Ecco quindi che il giocatore di scacchi con l’enfisema polmonare diventa il giustiziere, la mano vendicatrice, che fa un favore alla polizia e a tutta la brava gente del circondario.

Con una fotografia elegante, volti in controluce e montaggio da suspence, "Harry Brown" ha un cast di tutto rispetto, attori uno meglio dell’altro sia nei ruoli dei poliziotti che dei villain, su tutti David Bradley, Argus Gazza in "Harry Potter", che tiene testa in quanto a talento a Sir Michael. Sangue a fiotti e cervella che schizzano sui muri, siringhe riutilizzate, sporcizia e disgusto si sprecano, in un estetismo che attrae infastidendo, che esalta quanto più suscita moti di schifo. Le citazioni si inanellano una dopo l’altra, prendendo a piene mani anche da "Doomsday". Ma su tutti c’è lui, Clint Eastwood, palesemente un mito per Daniel Barber che costruisce lo script e le inquadrature copiando da "Gli spietati" e da tutto il cinema del grande Clint, senza tralasciare "Gran Torino".

Il problema è che di Eastwood ce n’è uno solo e, laddove Clint sa gestire le tematiche scomode che tocca e riesce a far apprezzare persino le sue venature repubblicane, Barber perde subito il controllo e realizza un film che sulla carta poteva funzionare, ma una volta terminato è un vero spreco di risorse. Giustizia sommaria, azioni politiche degne del peggior estremismo destrorso, sessismo, pietas ingiustificata e randomica... Harry Brown non è un eroe, ma solo la scheggia impazzita che riprende in mano le armi infrangendo una promessa. E non ha nemmeno un briciolo del fascino di Rorschach.
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