
La storia, ispirata ad una vicenda reale, è quella di Steven Russell, gay non dichiarato, con moglie biondissima e figlia piccola, gratificante lavoro in polizia ed abitudini religiose da perfetto americano. In seguito ad un grave incidente stradale, decide di cambiare vita per assecondare i propri reali desideri. Comincia così il suo tourbillon sentimentale e criminale, un susseguirsi, senza soluzione di continuità, di truffe geniali, rocambolesche evasioni e promesse d’amore eterno per il bel Phillip Morris (un Ewan McGregor a tinte tenui, perfettamente in parte), in carcere pure lui per un reato di poco conto.

Quello diretto da John Requa e Glenn Ficarra (già sceneggiatori di “Babbo bastardo”) è un film difficilmente etichettabile ed assimilabile all’interno di un genere preciso, sfuggente, letteralmente, proprio come il suo protagonista. Scherza con gli stereotipi (l’America bigotta ai tempi di Reagan, l’omosessuale spendaccione e frivolo, il secondino corrotto, l’avvocato scaltro e truffaldino ecc.) e, un momento prima di cadere nella trappola dell’ovvio, vira abilmente - per eccesso o per difetto - verso una direzione imprevedibile. Come se quei cliché si dissolvessero, ogni volta, nella maschera e nel corpo dinoccolato da Landru non violento di Steven Russell, mattatore dentro e fuori dalla finzione cinematografica. Assecondato da una regia intelligentemente trasparente e da una ricerca minuziosa sui costumi (sono di David C. Robinson, già costumista per “Donnie Brasco" e “Vi presento Joe Black”), Jim Carrey giganteggia nell’ennesimo ruolo memorabile della sua carriera.

“Colpo di fulmine – Il mago della truffa” ci mostra i mille volti e le mille identità di un solo uomo che, apparente paradosso, si sdoppia (e triplica o più, all’occorrenza) per affermare l’essenza di ciò che è. Non è affatto un caso, fra l’altro, che la storia principale si dipani a partire dagli anni Ottanta dei Top Gun palestrati e del (presunto ed effimero) benessere economico. Nella società reaganiana dell’immagine, “essere” ingloba “apparire”. E l’apparenza finisce per sovrastare l’essenza e divenire il solo metro di giudizio di ciò che si è. Non importa quante personalità Steven sia in grado di assumere su di sé, purché sappia rappresentarle.

Solo l’amore romantico - e con punte di struggente intensità - per il compagno di cella Phillip è in grado di svelare, in un modo intelligente e sarcastico, il caleidoscopio esistenziale del protagonista, un trasformista in nome di qualcosa di autentico. Fino alla prossima fuga, naturalmente…
“Colpo di fulmine – Il mago della truffa” sarà distribuito dalla Lucky Red a partire dal 2 aprile.
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