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Cala il sipario

Che cosa resta della 58ma edizione della Mostra della Laguna, tra aspettative mancate, Leoni raddoppiati e piacevoli sorprese.

festival venezia, sandra ceccarelli

10.09.2001 - Autore: Ludovica Rampoldi
Nanni Moretti ha laria stizzita di chi vorrebbe essere altrove, annuncia laconico il vincitore e si dà alla fuga. Fuga dal palco, fuga dalla cena ufficiale, fuga da Venezia. Mira Nair ringrazia i suoi non-attori e il suo guru, Stefania Rocca è impacciata, lo sloveno Leone del Futuro Jan Cvitokovic, pantaloni militari e maglietta con falce e martello, saluta Mike Tyson e tutti i perdenti del mondo. Finisce così anche questa 58ma edizione della Mostra, quella della discussa moltiplicazione dei Leoni, quella senza divi e quella del voto misterioso. Nessun commento da parte dei giurati sulle diatribe interne, il presidente autarchico ha imposto il silenzio sulle decisioni della giuria e oggi tutti sembrano intimoriti a parlare. La frattura interna comunque cè stata; da una parte losso duro, Jerzy Skolimovski, regista, pittore e perfino ex pugile, che con il supporto della produttrice danese Vibeke Windelov era decisamente a favore di Canicola. I corpi sfatti di attempati austriaci che fanno sesso sotto un caldo torrido sono però risultati sgradevoli a Nanni Moretti e al suo gusto estetico; da qui laspro conflitto. Annunciato era il premio alliraniano Il voto è segreto, acclamato allunanimità il Leone del Presente a Lemploi du temps di Cantet, discusse le due coppe Volpi a Ceccarelli e Lo Cascio che, seppur meritate, hanno il sapore di risarcire gli eccessivi attacchi che il furore dalla critica ha riservato a Luce dei miei occhi. A mani vuote tornano i ferrovieri privatizzati di Ken Loach, che ai festival partecipa sempre ma vince poco, gli adolescenti maledetti di Larry Clark e Goran Paskalievic, che con il suo How Harry became a tree era dato piazzato per il toto Leone. Il suo straordinario protagonista, Colm Meaney, forse un premio lavrebbe meritato. La sorpresa del festival è stato Y tu mamà tambien, destinato a diventare un piccolo cult, premiato per la Migliore Sceneggiatura e con il premio Mastroianni per i due giovani attori Diego Luna e Gael Garcia Bernal, che commossi ringraziano la mamma e Marcello Mastroianni. La delusione è stata invece Abril despedaçado del brasiliano Walter Selles, atteso come il più probabile vincitore dopo che il suo Central do Brasil aveva fatto man bassa di premi internazionali ai vari festival del mondo. Finisce la Mostra e gli amici se ne vanno, i giornalisti esauriti, la marea di giovani cinefili con gli accrediti culturali e gli zaini in spalla, i curiosi, gli esibizionisti, le telecamere, le passerelle e i flash, e il Lido riprenderà a essere quel posto deserto e tristissimo che è dinverno. Di questa Mostra ricorderemo le fugaci apparizioni di Nanni Moretti, laura eterea di Nicole Kidman, gli occhioni tristi del bambino artificiale di Spielberg-Kubrick. Ricorderemo il film di Mamet e quello di Woody Allen, cercando di dimenticare le spinte e la ressa prima della proiezione: una situazione da G8, con la polizia schierata e la gente incastrata nelle transenne. Dimenticheremo anche il vincitore, come succede ogni anno. A proposito, lanno scorso aveva vinto Il Cerchio.      
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