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I fantastici quattro

Arrivo l'ennesimo blockbuster ispirato ad un fumetto della Marvel. Questa volta i supereroi al servizio dell'uminità combattono contro Dottor Destino

FANTASTIC FOUR

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
Fantastic Four, Usa, 2005;
Regia di Tim Story;
con Ioan Gruffudd, Jessica Alba, Chris Evans, Michael Chiklis


Lo scienziato Reed Richards (Ioan Gruffudd) ed il suo collega Ben Grimm (Michael Chiklis) chiedono di poter salire sull’astronave del magnate Victor Von Doom (Julian McMahon) per studiare una fascia di onde cosmiche di enorme potenziale scientifico. Ad accompagnarli la dottoressa Susan Storm (Jessica Alba) e suo fratello Johnny (Chris Evans). I raggi di energia colpiscono però inopinatamente i cinque membri dell’equipaggio, causando in loro delle mutazioni a livello genetico che dota ognuno di essi di poteri speciali. In questo modo Richards, Grimm ed i fratelli Storm diventano i famigerati “Fantastici Quattro”, supereroi al servizio dell’umanità. Il loro avversario e temibile nemico sarà invece il terribile Dottor Destino, che altri non è se non Victor Von Doom con il suo delirio di onnipotenza. 

Partiamo subito con una premessa fondamentale: “I Fantastici Quattro”, nuovo e mirabolante blockbuster ispirato ai supereroi dei fumetti, non è in nessun modo paragonabile ad alcuni notevoli prodotti realizzati in questi ultimi anni; ci riferiamo ad esempio ai due meravigliosi “Spider-man” (id., 2002) diretti da Sam Raimi, all’affascinante “Hulk” (The Hulk, 2003) di Ang Lee, o al più recente e splendido “Batman Begins” (id., 2005) di Christopher Nolan. Queste pellicole avevano al proprio timone degli autori con una loro poetica precisa, e capaci soprattutto di sviluppare anche all’interno di un prodotto commerciale un’estetica cinematografica riconoscibile e soprattutto preziosa. Tim Story dimostra subito di non poter contribuire al questa tendenza con una visione filmica originale, e si limita a dirigere il film con il piglio slanciato e la mano sicura di un onesto artigiano.

Fatta questa doverosa precisazione dobbiamo però rassicurare i lettori, perché questo “I Fantastici Quattro” è un lungometraggio che funziona sotto molti punti di vista: primo tra tutti il livello di lavoro sui personaggi, tutti con una loro profondità psicologica ed una simpatia dovute in gran parte ad una discreta scrittura. In secondo luogo la storia, che si fa seguire con interesse e che manca di punti morti (fatto piuttosto inconsueto quando si tratta di film con grosso dispendio di effetti speciali). Questo aiuta notevolmente il ritmo del film, che viene poi sostenuto dal brillante montaggio di William Hoy – quello di “Seven” (id., 1995) tanto per intenderci. Insomma, la confezione dell’opera non possiede di certo la sfolgorante potenza visiva delle opere precedentemente citate, ma mantiene comunque un alto tasso di spettacolarità, ed offre un prodotto in grado di intrattenere e divertire il pubblico. Tutto sommato, “I Fantastici Quattro” è un film piuttosto riuscito, non pretenzioso nelle aspettative ma lucido nel proporsi come mero spettacolo di cassetta.
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