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Film tv. Il figlio della luna

Lunetta Savino interpreta una "madre coraggio" che ha lottato perché il figlio, tetraplegico dalla nascita, crescesse e studiasse come i suoi coetanei...

Il figlio della luna

22.02.2007 - Autore: Nexta
“Solo facendo parlare di lui gli daranno attenzione… a lui e a tutti gli altri nelle sue condizioni… chi sta bene si può stare zitto… chi ha bisogno dell’aiuto dello Stato, delle Istituzioni… deve gridare”. A parlare è Lucia Frisone, la madre di Fulvio, affetto da tetraplegia spastica distonica dalla nascita, ora quarantenne fisico nucleare.
Alla storia della loro vita è dedicato il film per la tv Il figlio della luna. Prodotto da Raifiction e realizzato dalla "11 marzo" di Roberto e Matteo Levi con la regia di Gianfranco Albano, andrà in onda giovedì 22 febbraio su Raiuno in prima serata.
Ad interpretare Lucia Frisone, detta “mamma ciclone”, è Lunetta Savino che, senza soluzione di continuità, torna ad essere protagonista di una fiction Rai dopo il successo della serie “Raccontami” che si e’ appena conclusa.
Suo figlio Fulvio avrà il volto, a seconda dell’età, di Alessandro Morace (sul grande schermo con “Anche libero va bene” nei panni del figlio di Kim Rossi Stuart) e, successivamente, di Paolo Briguglia.
Carmelo (nel film, Antonio Milo) e Lucia Frisone, entrambi siciliani, di modesta estrazione e di scarsa cultura, dopo due figlie, Palmira (interpretata in età adulta da Evelyn Famà) e Pinella (Sabrina Sirchia), si ritrovano a dover crescere - a causa di insipienza medica al momento del parto - un bimbo affetto da gravissime menomazioni. La madre farà di tutto perché questo figlio, purtroppo leso nel fisico e nel linguaggio, cresca e studi come tutti gli altri coetanei.
I risultati sono positivi: dal 1995, infatti, Fulvio Frisone lavora all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare dell’Università di Catania. Per studiare e disegnare (le sue altre passioni oltre alla Fisica, sono la poesia e la pittura) Fulvio adopera, con grandi sforzi, una sorta di casco dal quale pende un sottile braccio meccanico, un’evoluzione del primo, artigianale, costruitogli dal padre Carmelo. La madre Lucia, oltre alle tante battaglie per l’educazione, si è mobilitata su ogni fronte delle umane relazioni, riuscendo a far avere al figlio menomato anche una normale attività sessuale. Ma, soprattutto, ha ottenuto dallo Stato un’assistenza sociale di ventiquattro ore al giorno.
Nessun politico alle spalle, nessun appoggio istituzionale, solo una grande attenzione dei mass media che hanno portato agli onori di cronaca il caso. E tutto ciò grazie al coraggio, alla forza d’animo e alla tenacia di questa madre, la quale, a sua volta, grazie alle difficoltà del figlio, è cresciuta, ha imparato tante nuove cose, ha tanto viaggiato e ha vissuto esperienze che mai avrebbe immaginato.
Il film di Gianfranco Albano - scritto da Paola Pascolini e Mauro Caporiccio, con la collaborazione della stessa Lucia Frisone - racconta questa storia con grande rispetto e umiltà, partendo da un recente viaggio della famiglia oltreoceano per un convegno scientifico sulla Fisica Nucleare, e ripercorrendo, in flash back, le tappe di questo straordinario percorso umano.
Oltre ad un cast di tutto rispetto, il film si avvale delle musiche della band internazionale Agricantus, siciliani, tra i maggiori rappresentanti della cosiddetta “world music”.
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