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Il regista di Matrix Andy Wachowski fa coming out: "Sono transgender"

L'annuncio in una lettera. Andy è il secondo fratello Wachowski a fare questo passo

09.03.2016 - Autore: Pierpaolo Festa (Nexta)
Andy Wachowski, fratello di Lana Wachowski (un tempo conosciuto come Larry Wachowski), ha rivelato di essere una donna transgender. Il regista di Matrix ha dato la notizia dopo che si è sentito minacciato dal rischio "outing" da parte del Daily Mail. Il giornale britannico infatti sarebbe stato pronto a pubblicare la notizia senza l'autorizzazione della regista a cui da ora ci riferiremo al femminile.

Il suo nuovo nome, infatti, è Lilly Wachowski. "Sono stati i media a giocare un ruolo enorme nell'outing nazionale di Lucy Meadows, una maestra di scuola elementare e una trans-donna nel Regno Unito - ha scritto Lilly - E ora eccoli qua, erano anche davanti alla mia porta, come per dire: 'Ecco, ce n'è un altro. Trasciniamolo fuori e così possiamo dargli un'occhiata". La regista ha poi dichiarato: "Sì, sono un transgender. E sì, ho cambiato sesso".

A seguire il testo integrale della lettera di Lilly al Windy City News:
 
"CAMBIO DI SESSO SCIOCCANTE - I FRATELLI WACHOWSKI ORA SONO SORELLE!!!"
Questo il titolone che ho atteso nel corso dell'utimo anno. Fino ad ora con disgusto o rullando gli occhi preso dall'esasperazione. La notizia è quasi uscita un paio di volte. Ogni volta è stata preceduta da una sfortunata email del mio agente - i reporter pretendevano dichiarazioni sul cambio di sesso di Andy Wachowski', una storia che stavano per pubblicare.

Per rispondere a questa minaccia di outing contro la mia volontà, avevo preparato una dichiarazione piena 'di piscio, aceto e benzina'. Aveva a che fare con alcuni importanti dati politici a proposito dei pericoli del fare outing ai transgender e gli orrori statistici dei suicidi e omicidi di cui cadono vittime. Per non parlare di una conclusione sarcastica che avrebbe 'rivelato' come mio padre si fosse iniettato sangue di mantide religiosa nella sacca dei suoi testicoli prima di concepire i suoi figli, allo scopo di produrre una nuova specie di superdonne, determinate a qualsiasi costo a dominare il mondo. Okay, sono mega sarcastico.
 
Non è successo. Gli editori di quelle testate non hanno pubblicato una storia volgare come quella, una cosa che avrebbe potuto avere un effetto fatale. Da grande ottimista, ero felice di notare il progresso. Poi ieri notte, mentre mi preparavo per andare a cena, qualcuno ha bussato alla porta. Nel mio portico c'era un uomo che non ho riconosciuto. "La cosa potrebbe essere un po' imbarazzante" mi ha detto con il suo accento inglese. 
Ricordo di aver sospirato. 
A volte è veramente dura essere ottimista. 

L'uomo mi ha spiegato di essere un giornalista del Daily Mail, la più grande testata del Regno Unito, certamente non un tabloid. Voleva che mi vedessi con lui domani o il giorno dopo o l'altro ancora o la prossima settimana in modo da farmi fotografare e raccontare la mia storia di grande ispirazione! E mi diceva che non avrei voluto qualcuno del National Enquirer alle costole, no? Sì certo, il Daily Mail non è un tabloid...
 
Mia sorella Lana ed io abbiamo cercato a lungo di evitare la stampa. Penso che sia molto noioso parlare della mia arte, e parlare di me è un'esperienza mortificante. Sapevo che a un certo punto avrei dovuto fare outing. Quando vivi da transgender dichiarato è difficile nascondersi. Volevo, mi serviva un po' di tempo per sistemare i pensieri e sentirmi tranquillo. Ma a quanto pare non sono io a decidere questa cosa. 
 
Dopo avermi dato il suo biglietto da visita, ho chiuso la porta e ho iniziato a pensare a dove e quando avevo sentito parlare del Daily Mail. Ecco, era la testata che aveva giocato un enorme ruolo nella rivelazione pubblica di Lucy Meadows, maestra di scuola elementare e donna trans nel Regno Unito. Un editoriale pubblicato in questo "giornale-non-tabloid" demonizzava Lucy descrivendola come un modello cattivo sull'innocenza delicata dei bambini. L'articolo diceva: "quest'uomo non è soltanto intrappolato nel corpo sbagliato, ma fa anche il lavoro sbagliato".
La ragione per cui conocevo Lucy non era perché lei fosse un transgender, ma perché tre mesi dopo quell'articolo Lucy si è suicidata. E adesso eccoli davanti alla mia porta, quasi pronti a dire: "Eccone un altro. Trasciniamolo fuori così possiamo dargli un'occhiata".
 
Essere un transgender non è facile. Viviamo in un mondo in cui la maggioranza della popolazione impone solo un sistema binario di sessi. Questo vuol dire che quando sei un transgender devi guardare in faccia la realtà e vivere il resto della tua vita in un mondo che è apertamente ostile con te.
Sono uno dei fortunati dato che ho il supporto della mia famiglia e i mezzi per permettermi dottori e terapeuti che mi hanno dato la possibilità di sopravvivere a questo processo. I transgender che non hanno supporto, mezzi o privilegi, non hanno questo lusso. Molti di loro non sopravvivono. Nel 2015 il tasso di omicidi trangender è arrivato al picco massimo in questo Paese. Di questi un numero sproporzionato e terrificante è riservato ai trans di colore. Questi sono solo gli omicidi di cui si conosce l'esistenza, dal momento che in trans non rientrano all'interno di un genere ben definito. Dunque significa che i numeri sono più alti. 
 
E sebbene abbiamo fatto tanta strada dai tempi de Il silenzio degli innocenti, continuiamo a essere demonizzati e umiliati nei media dove campagne pubblicitarie ci attaccano come potenziali predatori perfino quando si tratta di usare un maledetto bagno. Questi bathroom bills (cartelloni da bagno) che continuano ad apparire in tutto il paese non tengono i bambini al sicuro. Costringono invece i trans a usare un bagno in cui possono essere aggrediti o uccisi. Non siamo predatori. Siamo prede. Quindi sì, sono un transgender. E ho già cambiato sesso. 
 
I miei amici e la mia famiglia ne sono al corrente. Così come la maggior parte delle persone con cui lavoro. Tutti sono molto tranquilli. E sì, grazie alla mia favolosa sorella lo hanno già vissuto, ma sono persone fantastiche. Senza l'amore e il supporto di mia moglie, dei miei amici e della mia famiglia, non sarei qui. 
Queste parole, "transgender" "cambio di sesso" sono dure per me perché hanno perso la loro complessità nel momento in cui sono diventate una tendenza. Manca un po' la sensazione di tempo e spazio. Essere transgender viene percepito come trovarsi sempre all'interno dei termini dogmatici di maschio o femmina. Il cambio di sesso rivela una certa immediatezza, un prima e un dopo da un termine all'altro. 
 
La verità, la mia verità è che io sono già cambiato e continuerò a cambiare per il resto della mia vita, attraverso l'infinito che esiste tra maschio e femmina proprio come quello che esiste nel codice binario tra zero e uno. Abbiamo bisogno di alzare il livello del dialogo oltre la semplicità di un codice binario. Binario è un falso idolo.
 
Ora la teoria gender e quella queer mi fanno venire il mal di testa. La combinazione di alcune di queste parole risuona alle mie orecchie come jazz sconclusionato e tutt'altro che armonico. Desidero fortemente capire cos'è queer e cos'è gender ma è difficile, perché è difficile per me capire anche la mia di identità. 
 
Nel mio ufficio ho una frase di José Muñoz che mi ha passato un amico. La guardo in contemplazione a volte cercando di decifrarne il significato, ma l'ultima parte rimane con me: "L'essere Queer è essenziale per rinnegare il qui e l'adesso e insistere verso le potenzialità di un altro mondo". Quindi continuerò a essere ottimista prestando la mia spalla a questo sforzo sisifeo di progresso e dentro di me continuerò a essere un esempio per le potenzialità di un altro mondo".  

Lilly Wachowski
 
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